Crediti Covid: denunce penali per oltre 300 milioni di franchi
Finora in Svizzera sono state presentate 2'767 denunce penali per uso improprio potenziale o effettivo di crediti Covid-19. L'importo dovuto potrebbe raggiungere i 307 milioni di franchi svizzeri.
Circa 708 dei 2’767 procedimenti penali sono stati conclusi. Nei casi chiusi la somma in gioco – l’importo dovuto che non è stato pagato entro una data specifica – è di circa 59,3 milioni di franchi svizzeri, mentre nei 2’059 casi ancora aperti di 247,5 milioni di franchi svizzeri.
Le truffe riguardano per lo più i settori dell’edilizia, della ristorazione e del commercio, stando a quanto scrive domenica il settimanale.
Secondo i ministeri delle Finanze e dell’Economia, l’importo corrisponde al volume dei prestiti al momento della loro concessione. Non tiene conto delle perdite effettivamente subite.
Anche la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha indicato domenica che l’importo non significa che i fondi siano andati persi.
Abuso “inevitabile”
Per assicurarsi la liquidità durante il lockdown, le aziende potevano richiedere i prestiti Covid-19 tra il 26 marzo e il 31 luglio 2020. Circa 125 banche hanno partecipato al programma di prestiti ponte.
Il governo ha concesso una garanzia di credito massima di 40 miliardi di franchi svizzeri. Durante questo periodo sono stati concessi quasi 138’000 prestiti Covid-19 per un totale di circa 17 miliardi di franchi.
La tabella dei ministeri delle Finanze e dell’Economia mostra anche che in 4’405 casi è stata effettuata una correzione senza denuncia penale. In 1’933 casi i sospetti di abuso non sono stati confermati; 4.648 casi sono ancora in fase di indagine. L’elenco comprende solo le denunce penali di cui le organizzazioni di garanzia sono a conoscenza.
La SECO ha presentato un concetto di audit per la lotta agli abusi nel maggio 2020. In quell’occasione, aveva indicato che il sistema era stato deliberatamente concepito per essere poco burocratico e che un potenziale abuso era inevitabile.
I principali rischi sono rappresentati da informazioni incomplete nel modulo di domanda, da possibili informazioni errate sul fatturato o da società che, al momento della presentazione della domanda, si trovano in procedura fallimentare o di successione o in liquidazione.
Recenti condanne
Negli ultimi mesi sono balzate agli onori della cronaca diverse condanne di sospetti truffatori. A novembre un tribunale penale di Losanna ha condannato un uomo d’affari a sei anni e mezzo di carcere per frode sui prestiti Covid e altri reati.
L’uomo avrebbe fornito informazioni false sulle sue società nel richiedere i prestiti e avrebbe gonfiato le cifre del fatturato delle sue aziende. Aveva ricevuto un prestito d’emergenza Covid-19 di 3 milioni di franchi svizzeri.
Pochi giorni fa un presunto truffatore è stato arrestato all’aeroporto di Zurigo mentre cercava di lasciare il Paese. È accusato di aver ottenuto indebitamente un prestito Covid di quasi 300’000 franchi svizzeri come membro del consiglio di amministrazione di una società registrata a Zugo.
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