Covid, la chiusura di un ristorante a Zermatt era legittima
Il Tribunale federale non accoglie il ricorso del proprietario del Walliserkanne che contestava la decisione del governo vallesano presa per l'inosservanza delle norme sul certificato Covid.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La chiusura di 14 giorni del ristorante Walliserkanne a Zermatt (VS), ordinata nell’ottobre 2021 dal governo vallesano per violazione delle norme contro il Covid-19, era legittima. A certificarlo è stato il Tribunale federale (TF) al quale aveva ricorso il ristoratore “ribelle”, macchiatosi di ripetute inosservanze dei provvedimenti adottati durante l’emergenza pandemica.
Il ristorante era stato chiuso (per 14 giorni) il 29 ottobre 2021, in seguito ai controlli di polizia da cui è emersa l’assenza dell’attuazione di diverse misure volte a contrastare la diffusione del coronavirus, come il mancato controllo dei certificati Covid dei clienti del ristorante.
Nonostante la posa di blocchi di cemento davanti al locale per impedirne l’accesso, gli esercenti avevano continuato a servire i clienti, improvvisando persino un bar su tali blocchi ed erano quindi stati arrestati il 31 ottobre.
Il Tribunale federale condivide il giudizio del ministero pubblico vallesano, secondo cui la libertà economica non è stata violata dall’introduzione del certificato Covid. L’ordinanza emessa dal Consiglio federale, hanno rilevato i giudici federali, era costituzionale e adeguata alla situazione e le disposizioni non andavano oltre i poteri concessi dalla legge sulle epidemie.
Nell’ottobre 2021, ha ricordato il TF, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva classificato la pandemia di Covid come un’emergenza sanitaria di portata internazionale e in Svizzera era ancora in vigore lo stato di necessità con il quale erano stati conferiti al Consiglio federale maggiori poteri.
In questo contesto, ha evidenziato la suprema corte, l’esecutivo era autorizzato a ordinare la chiusura di scuole, istituzioni pubbliche o aziende e la richiesta di un certificato per entrare in un ristorante e la verifica da parte dell’oste erano misure molto più blande rispetto a quelle appena menzionate.
I controlli, di responsabilità del gerente, a giudizio del TF non erano dispendiosi in termini di tempo e potevano essere semplificati grazie all’ausilio di un’app installata su un dispositivo mobile.
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