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Corruzione, chiesto un registro dei titolari effettivi delle società fiduciarie

La Svizzera è in ritardo, sostiene Transparency, rispetto ai Paesi UE in tema di riciclaggio di denaro.
La Svizzera è in ritardo, sostiene Transparency, rispetto ai Paesi UE in tema di riciclaggio di denaro. © Keystone / Gaetan Bally

Rapporto di Transparency evidenzia lacune nelle norme elvetiche sul riciclaggio, il Governo federale a breve metterà in consultazione un progetto sui trust.

L’ordinamento elvetico non ha ancora recepito i nuovo standard internazionali sul riciclaggio di denaro e per contrastare efficacemente il fenomeno, indica Transparency International, Berna deve creare rapidamente un registro dei beneficiari effettivi dei trust e di società analoghe. Sulla questione il Governo federale aveva annunciato che avrebbe messo in consultazione un progetto specifico.

Numerosi casi internazionali di corruzione e riciclaggio di denaro che sono venuti alla luce, sottolinea l’organizzazione, dimostrano che i criminali spesso nascondono beni acquisiti illegalmente dietro intricate strutture di società di comodo delle quali, pur non essendo i titolari legali, mantengono il controllo in qualità di proprietari effettivi.

+ Le norme elvetiche sono in ritardo nella lotta al riciclaggio

A questo proposito, il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), l’organo intergovernativo di vigilanza sul riciclaggio di denaro, ha recentemente inasprito gli standard in materia.

La Confederazione, che in quanto membro del GAFI è tenuta ad adeguare la propria legislazione in base alle nuove direttive, è tuttavia in ritardo rispetto all’UE, osserva Transparency, secondo cui vanno soddisfatti determinati criteri: la copertura di tutte le entità a rischio e la presenza di informazioni complete e verificate sui titolari effettivi. Inoltre, l’accesso non dovrebbe essere limitato alle autorità e agli intermediari finanziari, ma dovrebbe essere aperto al maggior numero possibile di persone (in particolare ong e media).

Berna comunque, che negli ultimi decenni si è uniformata alle indicazioni provenienti dagli organismi internazionali, tra cui l’OCSE, ha già espresso la sua intenzione di creare una banca dati che favorisca la trasparenza in questo ambito.

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