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Restrizioni lavorative per bulgari e romeni

La Romania, come la Bulgaria, è entrata nell'Ue nel 2007. Dal giugno 2016 i cittadini di questi due paesi hanno goduto della libera circolazione completa in Svizzera. Keystone

A un solo anno di distanza (la libera circolazione completa era stata introdotta nel giugno 2016) il governo svizzero ha deciso di riattivare fino al 31 maggio 2018 le restrizioni temporanee all'immigrazione di lavoratori bulgari e romeni, facendo appello alla cosiddetta clausola di salvaguardia. Troppo forte infatti la domanda di permessi da questi due paesi.

Nei confronti di Romania e Bulgaria viene dunque mantenuta la priorità dei lavoratori indigeni, nonché i contingenti e il controllo delle condizioni salariali e lavorative. Nei prossimi 12 mesi i cittadini bulgari e romeni che intendono esercitare un’attività lucrativa nel quadro di un permesso di dimora B avranno solo un accesso limitato al mercato del lavoro svizzero.

Dietrofront un anno dopo

È solo dal primo giugno 2016 che i cittadini dei due Stati dell’Europa orientale beneficiano della libera circolazione completaCollegamento esterno. Tuttavia tra il luglio 2016 e il maggio 2017 si è registrata una forte domanda di permessi di dimora da parte di lavoratori bulgari e romeni, tanto che il valore soglia è stato nettamente superato. 

Troppe domande di permessi di dimora

Rispetto all’anno precedente, nel solo 2016 il saldo migratorio relativo a questi 2 Paesi è raddoppiato (3300 persone circa). Questo aumento contraddice la tendenza generale caratterizzata da un calo del saldo migratorio riferito ai Paesi dell’UE e dell’Associazione europea di libero scambio. 

Nei prossimi 12 mesi, quindi, i permessi di dimora per cittadini bulgari e romeni saranno limitati a 996 unità e liberati trimestralmente. 

Restrizioni previste dall’Accordo di libera circolazione

L’Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e i due Stati dell’Europa orientale è in vigore dal giugno 2009. Attivando la clausola, il Consiglio federale applica uno strumento di regolamentazione dell’immigrazione previsto dall’accordo e tiene conto della decisione, presa dal Parlamento lo scorso dicembre, di dare la precedenza alle persone disoccupate indigene.

I lavoratori bulgari e romeni esercitano infatti professioni stagionali caratterizzate proprio da tassi di disoccupazione superiori alla media.

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