I cento anni dell’italiano medio Sordi
Cent'anni fa, il 15 giugno 1920, nasceva nel quartiere popolare di Trastevere Alberto Sordi, l'attore che più di ogni altro ha saputo incarnare vizi e virtù dell'italiano medio attraverso le 152 pellicole che ha interpretato.
Nella sua lunga carriera artistica, terminata con la scomparsa avvenuta il 24 febbraio 2003, ha descritto mirabilmente e in modo originale i profondi e vorticosi cambiamenti della società italiana. Gli esordi radiofonici con i “compagnucci della parrocchietta”, trasmissione ripresa nell’omonimo film di Vittorio de Sica, rappresentavano con ironia e sagacia il nuovo ceto formatosi all’ombra degli ambienti cattolici che si stava affermando nel secondo dopoguerra.
Negli anni cinquanta e sessanta, fu uno dei pilastri della Commedia all’Italiana, offrendo una lettura personale e caricaturale dell’Italia alle prese con le contraddizioni del boom economico.
Una comicità velata spesso di tristezza e intercalata con il dramma collettivo, in “La grande guerra”, “Tutti a casa”, “Una vita difficile” o un “Borghese piccolo piccolo” girati con registi del calibro di Mario Monicelli, Luigi Comencini e Dino Risi. Collaborò anche con Federico Fellini, in particolare in “I vitelloni”.
Alberto Sordi non si limitava però a fornire un’interpretazione dell’italiano medio, furbo, piacione, vigliacco o debole, ma partecipava spesso alla stesura della sceneggiatura e alla regia.
Il Tg è andato sui luoghi dove sono state girati alcuni dei suoi film più celebri. Un omaggio realizzato per la pagina facebook di Cult PLUS della RSI di cui proponiamo un estratto.
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