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Cinema svizzero tra pandemia e parità di genere

Il consigliere federale Alain Berset seduto in Piazza Grande a Locarno
Durante la pandemia l'Ufficio federale della cultura ha inoltre adattato le sue misure di finanziamento nel settore del cinema. Keystone / Urs Flueeler

A Locarno, come ogni estate da 74 anni, tiene banco il cinema. E come da tradizione, il consigliere federale Alain Berset ha approfittato dell’occasione data dal Locarno Film Festival per parlare delle sfide attuali del cinema svizzero. Fra i temi toccati, oltre a pandemia e collaborazione internazionale, anche la parità di genere.

Nel 2020, l’Ufficio federale della cultura (Ufc) ha infatti commissionato uno studio sulla parità di genere nel cinema svizzero. I principali risultati sono stati presentati oggi (giovedì) da Berset, dalla direttrice dell’Ufc Isabelle Chassot e da Ivo Kummer, capo della sezione cinema dell’Ufc.

Lo studio mostra che le donne non risultano più svantaggiate nel finanziamento dei film, cosa che era ancora d’attualità nel 2014. Al contempo continuano però ad essere sottorappresentate nel cinema professionale e vengono pagate meno dei loro colleghi uomini in settori come la regia, la sceneggiatura e la recitazione.

Lo studio non si ferma però alla sola analisi e propone possibili misure: ad esempio la diversità dovrebbe essere sostenuta e resa più visibile e le condizioni di lavoro dovrebbero essere migliorate. Alcuni dei provvedimenti proposti sono già stati attuati. I costi per la cura dei bambini e dei parenti bisognosi di assistenza possono ad esempio essere inclusi nel budget della produzione del film.

Il difficile ritorno alla normalità

Durante la pandemia, l’Ufc ha inoltre adattato le sue misure di finanziamento nel settore del cinema. In collaborazione con la Società svizzera di radiotelevisione (Srg Ssr), la Fondazione romanda per il cinema Cinéform e la Zürcher Filmstiftung (Fondazione zurighese per i film), sono stati introdotti finanziamenti supplementari per i ritardi nelle riprese e i concetti di protezione.

Nonostante tutto, il ritorno alla normalità sarà una grande sfida, concordano gli attori del settore. Poiché i film svizzeri devono reggere il confronto con una forte concorrenza internazionale (le produzioni rimandate appaiono ormai tutte nello stesso momento), l’Ufc sostiene dieci opere nella loro distribuzione nelle sale e online. Inoltre, insieme all’Associazione svizzera per il cinema ed il noleggio (ProCinema), sta finanziando la campagna “Back to the Cinema”, volta ad attirare il maggior numero possibile di spettatori nelle sale.

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