Cimarrusti: il mio amore tormentato per Milano
Dopo anni di arrangiamenti, sigle e spot tv, il meneghino Alberto Cimarrusti debutta come cantautore con un omaggio ironico e amaro alla sua città
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Cimarrusti e la sua Milano
Milano di corsa, distratta
Milano disoccupata, Milano rifatta
Milano per bene malinconica e un po’ gatta
Che quando l’accarezzi lei ti graffia fugge scatta
Il ritmo dei telefoni che incalza mentre corrono
Sbiaditi con quell’aria rarefatta
Con quelle facce grige non si accorgono neppure
Che respirano una vita contraffatta….
Non ha ancora pubblicato l’album. Anzi, non ha ancora pubblicato neppure il suo primo album. Che però è in preparazione e uscirà prima dell’Expo 2015. Eppure il singolo, intitolato “Milano”, del quale sopra avete letto i primi otto versi, rischia di diventare quanto prima un tormentone.
Alberto Cimarrusti, musicista e cantautore, nella città meneghina è nato (appunto), vissuto (guarda caso) e ancora risiede. Perché lui, nonostante molti viaggi (musicali e non) all’estero, non può fare a meno della (sua) vita metropolitana, delle (sue) vecchie osterie di certi quartieri, dei Navigli, delle vecchie, indimenticabili canzoni in dialetto che gli cantavano i nonni.
Alberto ha cominciato all’età di tredici anni a suonare la chitarra e a scrivere le prime canzoni, a 16 suonava nei locali della sua città, a 20 anni della musica ha fatto la sua ragione di vita (anzi, il mestiere).
Da allora collabora in Italia con numerosi artisti, come musicista o corista in studio. Ha lavorato con i Dik Dik, ha composto sigle di programmi televisivi, ha arrangiato canzoni per artisti noti (Malika Ayane, per esempio) e meno noti. Si esibisce inoltre dal vivo come solista con un repertorio molto vasto di cover e brani inediti, spaziando dallo swing al rock, dalla bossa nova al jazz, grazie alla voce molto versatile.
Ma la sua specialità (prima di questa “Milano”) sono state le musiche per gli spot: ne ha firmate diverse, sempre per pubblicità assai note, quelle insomma che passano in radio o in tv (e che servono ai musicisti – come dice lui – per vivere e scrivere altra musica).
Ora è arrivata “Milano”: un omaggio ironico-amaro alla sua città, quella che aspetta l’Expo (“Speriamo”, dice, “che serva a qualcosa di utile”), una città che un po’ si ama e un po’ si odia, dove si vorrebbe stare ma anche da dove si vorrebbe fuggire, una metropoli che ha tante cose belle e altrettanto brutte, piena di gente che lavora ma che un po’ “se la tira”.
Un singolo-tormentone insomma, che si ascolta volentieri e che (molto) resta nella testa. Un tormentone che poi finisce con uno storico ricordo musicale tutto meneghino, legato alle note di Giovanni D’Anzi e della sua “O mia bela madunina, che te brillet de lontan, tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan”….
E sotto le prossime feste, potevano mai mancare da un musicista gli auguri di Buon Natale?
No di certo.
www.albertocimarrusti.comCollegamento esterno
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