Sulla vetta del Säntis, a 2'500 metri d'altezza, viene testato un nuovo sistema per proteggere dai fulmini le infrastrutture sensibili.
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tvsvizzera.it/mar
Oggi per difendersi dalle ire di Giove si utilizzano parafulmini metallici, che però sono corti e permettono di proteggere solo un’area limitata.
Una soluzione potrebbe venire dal Laser Lighting RodCollegamento esterno. Il progetto, portato avanti da un consorzio europeo e dall’Università di Ginevra, consiste in un cannone laser molto potente con cui intercettare e deviare i fulmini direttamente nelle nuvole, a diversi chilometri d’altezza.
Il laser, lungo otto metri e largo due, crea dei canali ionizzanti nell’atmosfera, attraverso i quali passano i fulmini, che vengono poi scaricati a terra in modo controllato.
L’area protetta è così molto più ampia. Se il progetto darà risultati soddisfacenti, il sistema potrà essere utilizzato per proteggere siti sensibili, ad esempio aeroporti o zone in cui vi sono grandi assembramenti di persone.
“Bisogna sapere che i fulmini causano danni di cinque miliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti e altrettanti in Europa”, spiega alla Radiotelevisione svizzera Jean-Pierre Wolf, professore di fisica all’Università di Ginevra. Si stima inoltre che ogni anno da 6’000 a 24’000 persone siano uccise dalle folgori.
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