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Escursionismo: un boom dannoso per l’ambiente

L’escursionismo, da quando la pandemia è entrata a piede levato nelle nostre vite, sta vivendo un vero e proprio boom in Svizzera: vacanze local che non richiedono tamponi, certificati e quarantene sono sempre più apprezzate dagli svizzeri.

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Più turisti indigeni significa però anche dover mettere più alloggi a disposizione e il Club Alpino Svizzero vorrebbe costruire nuove capanne per tutti gli appassionati. Le organizzazioni ambientaliste, però, non ci stanno: per loro la costruzione di nuove capanne è un’invasione degli ultimi spazi ecologici.

Nella Val Mora – una valle laterale della Valle Monastero (GR) – l’alpeggio in disuso dovrebbe diventare una capanna con una cinquantina di posti letto e un ristorante. A permessi concessi, però, le organizzazioni ambientaliste hanno presentato un ricorso al Tribunale amministrativo dei Grigioni, bloccando tutto.

Le ragioni? Nella valle c’è una fauna straordinaria. Vi si contano non meno di 60 specie di uccelli, la metà delle quali sono protette e molte sono particolarmente sensibili agli influssi esterni. Per noi è fondamentale preservare questo paradiso naturale unico in Svizzera”, spiega Cilgia Schatzmann di WWF Grigioni.

Il presidente del Club Alpino Svizzero (CAS) Heinz Gross non considera però il nuovo progetto così dannoso: “Sono 12 anni che ci lavoriamo, abbiamo davvero preso in considerazione tutti gli aspetti critici e siamo convinti della bontà dell’investimento. La capanna prevista rispetta sia le richieste della protezione dell’ambiente, sia l’obiettivo di uno sviluppo del turismo sostenibile e di qualità”.

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