Sono ufficialmente ricominciati sabato i lavori di ricostruzione a Bondo. Si tratta di un progetto tanto complesso quanto fondamentale per guarire le ferite lasciate dalla frana del 2017Collegamento esterno e proteggere i villaggi vicini e per il quale è stato stanziato un credito di 42 milioni di franchi.
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tvsvizzera.it/mrj
La scavatrice ha iniziato a smantellare gli argini provvisori per far spazio a quelli nuovi, tra Bondo e Promontogno. A dare via a quest’opera c’erano le autorità e gli ingegneri, come pure i rappresentanti della comunità locale: tutti loro insieme hanno elaborato il piano.
La strada cantonale passerà su un nuovo ponte, che si troverà alcuni metri sopra il livello attuale. La ragione: sotto il ponte ci vuole più spazio di sfiato in caso di eventuali nuovi scoscendimenti. Il bacino di contenimento sarà inoltre rinaturato.
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“Il progetto ha diversi aspetti innovativi e inediti. Da un canto abbiamo riunito varie discipline: dalla pianificazione ai partner tecnici, dagli aspetti urbanistici al dialogo con la comunità e dall’altra abbiamo inaugurato una nuova modalità di cooperazione fra comune, cantone e Confederazione”, spiega Katrin Schneeberger, direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente.
Una frana, però, non è solo un evento naturale, ma anche un test che mostra le debolezze umane e quelle delle infrastrutture. Per l’allora sindaca di Bondo e oggi consigliera nazionale Anna Giacometti l’inizio della ricostruzione è quindi un momento importante: “Ci vorranno almeno quattro anni per ricucire le ferite – almeno quelle materiali – provocate dalla frana del Cengalo.
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