La tenuta della celebre torre (insieme a quella degli Asinelli) del capoluogo emiliano è minacciata dall'instabilità del basamento. Per il sindaco Matteo Lepore non ci sono rischi imminenti. Ma è stato allestito un piano di evacuazione nei dintorni.
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tvsvizzera.it/spal con RSI (TG)
È uno dei simboli di Bologna, la Garisenda, ma oggi, la torre mozza crea forte apprensione. “È già parecchio che c’è il problema. Che si muoveva. Adesso siamo nei guai, speriamo riescano a far qualcosa di buono”, è la voce preoccupata di una cittadina raccolta per strada.
Ma c’è anche chi dice di fare il giro largo per evitare rischi. Chi vive o lavora nelle vicinanze ha ricevuto anche un piano di evacuazione.
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Che qualcosa andasse storto lo si era capito dall’inizio. Già in fase di costruzione – a fine 1200 – il basamento ha ceduto, poi a metà 1500 la torre è stata mozzata, per alleggerirla, da 60 è stata portata a 48 metri. Quella a fianco, la torre degli Asinelli svetta invece verso il cielo.
“Il cedimento sembra essere dovuto al fatto che il basamento di selenite si sta deteriorando per effetto degli eventi atmosferici, dell’acqua e dell’umidità”, spiega Raffaella Bruni, coordinatrice comitato per il restauro torre Garisenda.
Per questo da tempo la torre è costantemente monitorata, i sensori hanno registrato un’inclinazione crescente ed è scattato l’allarme. Lo scorso febbraio, in una relazione tecnica, si parla addirittura di una possibile caduta laterale della torre o un’implosione.
In questi giorni sono in corso i lavori per creare un cordone di protezione: “Verrà realizzata una struttura di contenimento che consisterà nella posa in opera di container, in parte sovrapposti, fino a raggiungere un’altezza di quasi 5 metri. Questo catino permetterà di contenere detriti nel caso di eventuali cedimenti”, dice ancora Raffaella Bruni.
Ci sono anche forti polemiche in città, soprattutto dai partiti di opposizione da dove si lanciano accuse contro il municipio, dicendo che ha sottovalutato il problema e agito con ritardo. Anche la Procura ha aperto un’inchiesta, sotto i riflettori sono finiti i lavori e i controlli fatti dal 2019 in poi.
“In Italia ci sono sempre polemiche. Noi abbiamo agito per il bene e in maniera tempestiva. Gli interventi sono stati tanti. Negli ultimi quattro anni si sono spesi più di 2 milioni di euro per una messa in sicurezza che ha allungato il tempo di vita della torre”, si difende il sindaco Matteo Lepore.
Nessun rischio imminente di crollo, dice il sindaco. C’è per ora un’allerta gialla, non rossa. Bologna spera che la sua torre resista.
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