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Sion e l’amore e l’odio per le Olimpiadi

Non ha superato lo scoglio popolare la candidatura di Sion ai giochi olimpici invernali 2026: i vallesani hanno infatti respinto domenica alle urne con il 54% dei voti un credito cantonale di 100 milioni di franchi. Eppure nel 1999 tutto il Vallese era entusiasta di presentare la propria candidatura per il giochi invernali del 2006. Giochi poi finiti a Torino. Cosa è cambiato da allora?

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Il risultato, che giunge al termine di una campagna lunga e a dir poco agguerrita, non lascia alcuna ombra di dubbio vista l’ampiezza della partecipazione al voto (oltre 62%).

In ballo c’era un credito di 100 milioni di franchi che il Cantone voleva stanziare a favore della manifestazione. L’aspetto finanziario del progetto rappresentava la principale preoccupazione degli avversari: a loro avviso il costo definitivo era stato sottovalutato.

I sostenitori della candidatura ritenevano invece che le spese fossero contenute, perché non era necessario costruire infrastrutture particolari. L’organizzazione delle competizioni – secondo loro – avrebbe fatto conoscere il Vallese e la Svizzera nel mondo intero, alimentando il settore turistico non solo cantonale, ma anche nazionale. In ogni caso un “sì” dell’elettorato vallesano oggi sarebbe stato solo un primo passo nel percorso verso l’organizzazione delle olimpiadi invernali.

La parola fine per le Olimpiadi in Svizzera

Con la bocciatura odierna si mette definitivamente la parola fine a una candidatura elvetica per l’edizione 2026 dei giochi olimpici. Ora la Svizzera dovrà probabilmente aspettare diversi decenni prima di ospitare di nuovo il circo bianco sulle sue Alpi. Il paese – che finora ha ospitato due volte i Giochi olimpici invernali e sempre a St. Moritz, nel 1928 e nel 1948 – dovrà infatti digerire tutta una serie di batoste recenti alle urne.

La penultima è quella del 12 febbraio 2017, quando gli elettori grigionesi hanno bocciato con il 60,1% di no un credito di 25 milioni di franchi per le spese legate alla candidatura retica alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026. Si tratta del secondo rifiuto popolare consecutivo di un progetto per Giochi invernali dopo quello del marzo 2013, quando la proposta di candidatura per le Olimpiadi del 2022 venne respinta dal 52,7% dei votanti retici.

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