Berna sarà solidale con i profughi ucraini
La Svizzera intende partecipare al meccanismo di distribuzione degli sfollati ucraini che sarà adottato dai paesi dell’UE. Ma sugli strumenti giuridici che si profilano vengono sollevate critiche nel paese.
Berna è pronta ad accogliere i rifugiati provenienti dall’ex repubblica sovietica attaccata dall’esercito russo nel quadro del sistema di distribuzione che sarà adottato dall’UE. Lo ha affermato la consigliera federale Karin Keller-Sutter prima del vertice dei ministri degli interni UE a Bruxelles.
A tale scopo, ha sottolineato la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia (Dfgp), la Confederazione attende l’attivazione della direttiva comunitaria sulla protezione temporanea dei profughi da parte dell’UE, analoga allo statuto S su cui si esprimerà a breve il governo federale e che viene applicato in Svizzera nelle situazioni di emergenza umanitaria.
Lo statuto S
In concreto questo significa che i cittadini del paese aggredito dalla Russia, una volta scaduti i 90 giorni di soggiorno consentito senza visto nell’area Schengen, potranno essere ammessi al trattamento previsto dallo statuto S, che contempla anche la possibilità di svolgere un’attività lavorativa e di percepire prestazioni sociali.
In proposito però le opinioni in Svizzera non sono unanimi. Partiti e organizzazioni di sinistra rilevano infatti che lo statuto S offre ai rifugiati meno diritti rispetto alla direttiva europea, di cui chiedono l’applicazione diretta nell’ordinamento elvetico. Una posizione che non è però condivisa dalla maggioranza dei partiti.
Sulla questione la consigliera federale liberale ha sottolineato che “bisogna anche tenere conto del fatto che se si dovesse inserire la direttiva europea nel diritto svizzero bisognerebbe applicare il diritto d’urgenza, e anche questa soluzione non piace molto e non vedo perché procedere in questo senso se abbiamo una norma disponibile”. Abbiamo confrontato le due soluzioni, ha aggiunto, “quella svizzera è molto flessibile”.
Cifre da definire
Il Dipartimento federale di giustizia e polizia non ha al momento ancora fornito alcuna cifra sui contingenti potenziali di profughi provenienti dall’Ucraina. “Attualmente abbiamo pochissime persone dall’Ucraina che vengono in Svizzera”, in genere presso parenti o conoscenti, ha precisato Karin Keller-Sutter.
In ogni caso è già stata attivata un’unità di crisi “asilo” allo scopo di coordinare l’accoglienza. Se il Consiglio federale decidesse, come probabile, di applicare lo statuto S, dovrebbe anche essere possibile, tra le altre cose, ospitarli in case private.
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