Il documento sottoscritto dal Governo svizzero e da UBS, banca che ha rilevato Credit Suisse, assicura la copertura da parte della Confederazione di eventuali perdite superiori a 5 miliardi di franchi.
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tvsvizzera.it/mrj con agenzie
La Confederazione e UBS hanno firmato il contratto di garanzia a copertura delle perdite in relazione all’acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte del leader bancario elvetico. Lo ha comunicato venerdì il Consiglio federale. Si tratta di un ulteriore passo in vista del completamento del matrimonio forzato fra i due giganti della piazza finanziaria elvetica, che probabilmente verrà ultimato lunedì prossimo.
Con l’acquisizione di CS, recita un comunicato governativo, UBS riprende anche un portafoglio di attivi che non rientra nella sua attività principale e non corrisponde al profilo aziendale e di rischio. Per questo motivo, lo scorso 19 marzo Berna si è dichiarata disposta a farsi carico di una parte delle perdite che potrebbero derivare dalla realizzazione di tali attivi.
In caso di perdite, l’istituto guidato da Sergio Ermotti assumerà come noto i primi 5 miliardi di franchi e la Confederazione si farà carico dell’importo eccedente tale cifra, per un massimo di 9 miliardi. Il calcolo di queste si basa sul valore netto e tiene quindi anche conto di eventuali utili dalla realizzazione del portafoglio.
Secondo quanto fatto sapere di recente da UBS, l’operazione sarà completata al più presto il 12 giugno. L’acquisizione è stata necessaria per evitare un fallimento o un risanamento di Credit Suisse con gravi conseguenze per l’economia svizzera e la stabilità finanziaria internazionale, ricorda l’Esecutivo.
Attività azionarie di CS in Cina potrebbero essere vendute
Intanto l’agenzia stampa Reuters ha rivelato, citando “persone informate”, che un’attività di negoziazione di azioni che CS gestisce in Cina potrebbe essere venduta in quanto UBS dispone già di una licenza analoga nel Paese asiatico.
In passato l’istituto statunitense Citigroup aveva manifestato interesse per l’acquisto del comparto in questione, per poi rinunciare in seguito.
Lo scorso anno CS, che in Cina agisce attraverso la joint venture cinese “Credit Suisse Securities”,di cui attualmente controlla il 51%, aveva accettato di rilevare la quota del suo partner, Founder Securities: l’approvazione delle autorità cinesi è tuttavia ancora in sospeso. Contattate da Reuters, né UBS né CS hanno voluto commentare la notizia.
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