Basta un giorno di leva per le reclute con passaporto svizzero e francese
Ottocento confederati con (anche) passaporto tricolore adempiono agli obblighi militari con una sola giornata introduttiva svolta in Francia.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Un unico giorno di servizio e la pendenza militare è archiviata: niente scuola reclute, niente corsi di ripetizione e niente tassa militare. È quanto possono fare i cittadini con doppio passaporto svizzero e francese residenti nella Confederazione, secondo quanto riferisce mercoledì il TagesAnzeiger.
La regola generale è che chiunque abbia un altro passaporto oltre a quello elvetico può scegliere in quale dei due paesi di appartenenza prestare servizio, una volta raggiunta la maggiore età. La cosa è particolarmente favorevole per i cittadini francosvizzeri.
Prestando una giornata di introduzione all’esercito a Parigi è sufficiente per assolvere gli obblighi di leva in Francia e la Svizzera lo accetta come servizio equivalente. E circa 800 giovani si sono recati in Francia, ogni anno, per avvalersi di questa facoltà, un numero che suscita qualche riflessione.
Berna ha concluso un accordo bilaterale con la Francia proprio per regolare questo problema. Secondo l’intesa la regola è che i doppi cittadini devono adempiere ai loro obblighi militari nel paese “in cui hanno la loro residenza permanente al primo gennaio dell’anno in cui compiono 18 anni”.
Ma la clausola d’eccezione pattuita cambia completamente il quadro. Essa recita che “prima di raggiungere l’età di 19 anni si può dichiarare la propria intenzione di adempiere agli obblighi militari nei confronti dell’altro stato”. E secondo l’accordo, questo obbligo militare si considera adempiuto anche se l’interessato completa i “preparativi militari”, indipendentemente dalla durata di questi.
Per dissipare i dubbi che sono sorti nel 2010 c’è stato uno scambio di note diplomatiche. L’ambasciata svizzera a Parigi assicurava alla Francia che “un doppio cittadino che decide di prestare il servizio militare in Francia anziché in Svizzera e partecipa alla Journée d’appel de préparation à la défense (JAPD) è esonerato dal servizio militare obbligatorio in Svizzera e non è tenuto a pagare le tasse di leva”. Il ministero degli esteri francese ne ha preso atto ed ha espresso la sua “massima considerazione” all’ambasciata elvetica.
Naturalmente ci si è interrogati sui motivi per i quali Berna ha accettato questa disciplina originale della questione. In proposito il portavoce dell’esercito Mathias Volken si è limitato a dire al TagesAnzeiger che “il regolamento attualmente garantisce la certezza del diritto per i doppi cittadini”.
Come la Germania e l’Italia, la Francia non ha abolito il servizio militare obbligatorio, lo ha solo sospeso e potrebbe reintrodurlo, in caso di necessità in qualsiasi momento. In questo caso i cittadini svizzeri e francesi con doppia cittadinanza sarebbero nuovamente obbligati a completare la leva in Francia.
Questo varrebbe anche in caso di mobilitazione, a cui sarebbero tenuti a rispondere. Ed eventualmente ad andare in guerra sotto le insegne francesi, un’eventualità che gli eventi dell’ultimo secolo rendono comunque più verosimile di un conflitto in cui sia coinvolta la Confederazione.
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