Bahrain, il regno discreto
di Stefano Paolo Giussani

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Expo Bahrain
Il regno del Bahrain si presenta all’inizio del braccio lungo del Decumano nel più discreto dei modi. Il muro bianco che lo delimita è talmente uniforme che se non fosse per la scritta dorata nazionale e le chiome delle palme che sporgono potrebbe sembrare una barricata da lavori in corso. Invece è tra i padiglioni più curiosi.
L’antico fregio
Il progetto è ricavato da un antico fregio che, riportato in pianta, riporta lo spazio dove due passerelle curvilinee attraversano 10 ambienti e altrettanti giardini a rappresentare il patrimonio agricolo del piccolo regno affacciato sul Golfo Persico. Per raccontare di più ed evocare gli ambienti locali, si è fatto uso di espedienti come amplificatori che diffondono rumore d’acqua, un filmato che presenta scene di vita quotidiana, la sala a fine percorso che ospita reperti archeologici. Le didascalie incise nello stesso colore delle pareti sono molto eleganti ma quasi illeggibili. A metà padiglione, il piccolo bar ristoro è tra i più quieti di Expo.
Atmosfere da evocazione
Tutto il verde esposto, in almeno metà dello spazio, darà frutti nel corso dei sei mesi ed è uno degli elementi da premiare in un padiglione che, in proporzione all’area occupata, racconta molto senza essere appariscente. Completamente prefabbricato, a fine manifestazione sarà trasferito in una piazza di Manama, la capitale costruita su un arcipelago, per diventare un giardino botanico.

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