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Covid-19, “è ora di cambiare marcia”

donna con mascherina in un negozio
Per ora in Svizzera solo nei cantoni di Vaud, Ginevra e Giura vige l'obbligo di mascherina nei negozi. Keystone / Jean-christophe Bott

Di fronte all'aumento dei contagi - 220 in 24 ore - le autorità elvetiche chiedono una maggiore coordinazione delle misure tra i cantoni, in particolare l'obbligo di indossare mascherine nei negozi.

In Svizzera si sono registrati 220 casi di coronavirus nel giro di 24 ore. La soglia di oltre 200 contagi era stata superata l’ultima volta il 23 aprile scorso, ha ricordato giovedì Pascal Strupler, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berna. Il numero dei casi accertati era già salito nelle ultime settimane a più di un centinaio, dopo essersi attestato a poche decine in giugno.

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Viste queste cifre preoccupanti “dobbiamo cambiare marcia”, ha dichiarato Strupler: tutti devono fare di più per evitare il propagarsi dei contagi. Proprio per sensibilizzare maggiormente la popolazione è stata lanciata una nuova campagna, con differenti manifesti nelle diverse lingue nazionali. Lo scopo è ricordare che il virus non va in vacanza e che non bisogna quindi abbassare la guardia: fra le altre cose ormai note va mantenuta la distanza sociale, ci si devono lavare costantemente le mani e starnutire o tossire nel gomito.

Alcuni Cantoni hanno già preso misure più severe, come l’obbligo di mascherine nei negozi. Strupler ha sostenuto che le misure debbano essere coordinate a livello nazionale, a partire proprio dalle mascherine nei negozi, fino alla raccolta di dati in ristoranti e club e una maggiore limitazione di presenze all’interno dei locali. I casi devono scendere, in modo che i Cantoni riescano ad effettuare bene il tracciamento dei contagi.

L’atmosfera a Berna è tornata pesante – il servizio del TG:

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Per quel che riguarda il futuro prossimo dello sport in Svizzera, rispondendo a una domanda dei media Strupler è stato lapidario, affermando che personalmente non riesce a immaginarsi stadi di calcio e piste di hockey piene al 50% già a settembre, come vorrebbe ad esempio la Lega nazionale di calcio.

I Cantoni ce la fanno, per ora…

Dal canto suo Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo che ha parlato anche a nome degli altri Cantoni, ha sottolineato che al momento le autorità riescono a tracciare i contatti e a svolgere i propri compiti. A Zugo ultimamente ci sono state però oltre 200 telefonate al giorno da parte di persone che rientravano dall’estero, il lavoro è quindi molto. I mezzi per affrontare la situazione vengono costantemente aumentati, ma se i casi dovessero improvvisamente esplodere, sarebbe difficile continuare a controllare la situazione, ha detto.

Le persone rientrano in Svizzera con ogni mezzo e “puntiamo sulla collaborazione di tutti i coinvolti”, ha continuato. In caso di bisogno, “non ci facciamo però problemi ad applicare la legge”, con multe che possono arrivare fino a 10’000 franchi, ha ricordato. Hauri ha poi giustificato le differenti regole cantonali con la eterogenea distribuzione del virus sul territorio, ma i Cantoni si sono detti disposti ad analizzare la proposta di armonizzare le misure.

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I casi a livello globale crescono

Anche Patrick Mathys, direttore della sezione crisi e collaborazione internazionale presso l’Ufsp, ha sottolineato che i casi in Svizzera sono aumentati decisamente nelle ultime settimane ed è cresciuta anche la percentuale dei positivi rispetto ai testi effettuati. La situazione è cambiata e va presa seriamente. È chiaro che i contagi avvengono sia negli ambiti familiari che in quelli pubblici, in luoghi totalmente diversi fra loro, ha evidenziato.

A livello internazionale la situazione non è molto migliore e, anzi, i casi continuano ad aumentare nettamente. Come ormai noto, negli Stati Uniti la situazione è particolarmente preoccupante, con molti contagi e molti decessi. In India, si stima che nei quartieri più poveri di Mumbai oltre la metà della popolazione sia entrata a contatto col virus: i dati ufficiali sarebbero quindi molto inferiori alla realtà.

Anche in Francia, per restare in Paesi vicini, i casi crescono notevolmente, mentre in Germania e Italia – la nazione più colpita all’inizio della pandemia – il virus è ora meno diffuso. Particolarmente allarmante è invece l’aumento di contagi in Spagna, ha detto ancora Mathys.

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Coppie riunite

Al momento è stato comunque deciso di non effettuare test agli aeroporti all’arrivo dei passeggeri. Questo anche perché la maggioranza atterra con una malattia allo stadio iniziale, che probabilmente darebbe esito negativo. Inoltre, una misura del genere è molto impegnativa da applicare, con risultati che non sono assolutamente garantiti.

Barbara Büschi, vicedirettrice della Segreteria di Stato della migrazione (Sem), ha invece attirato l’attenzione sulla situazione delle coppie ormai separate da mesi. Per questi innamorati ci sono buone notizie: le persone in provenienza da Stati terzi con un o una partner in Svizzera, anche se non sono sposati, dal prossimo lunedì 3 agosto potranno entrare nella Confederazione.

Queste persone avranno bisogno di un invito da parte del loro partner. La coppia dovrà poi portare prove della relazione, come biglietti aerei passati, foto o e-mail.

tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 30.7.2020)


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