Anni di piombo, no di Parigi all’estradizione di dieci ex terroristi
La Corte d’appello di Parigi ha negato l’estradizione di dieci ex terroristi di sinistra che nell’aprile dello scorso anno erano stati arrestati in relazione a gravi fatti di violenza politica avvenuti negli anni ’70 e ’80.
Tra di essi figura l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, ritenuto dai giudici italiani uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel maggio 1972.
La Chambre de l’Instruction ha motivato la sua decisione sulla richiesta presentata dalle autorità italiane, riferendosi agli articoli 6 e 8 della Convenzione dei diritti dell’uomo che prevedono il diritto all’equo processo e il rispetto della vita privata e familiare di imputati e condannati. Spetterà ora alla procura francese presentare o meno ricorso in Cassazione, nel secondo caso la procedura verrà definitivamente archiviata.
I fermi erano scattati il 28 aprile 2021 nell’ambito dell’operazione “Ombre Rosse”: sette militanti di sigle terroristiche erano finiti in manette e altri tre si erano consegnati nei giorni successivi. Successivamente Roma ne aveva chiesto l’estradizione allo scopo di far loro scontare le pene cui erano stati condannati in Italia, che vanno dall’ergastolo a 11 anni di carcere.
Si tratta, oltre all’ex dirigente di Lotta Continua, non presente in aula per motivi di salute, degli ex brigatisti Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio ed Enzo Calvitti. Raffaele Ventura ha invece militato in Autonomia Operaia, Luigi Bergamin nei Proletari Armati per il Comunismo e Narciso Manenti nei Nuclei armati per il Contropotere territoriale.
Il fermo degli ex terroristi rossi era stato commentato positivamente dalla maggioranza dei politici italiani che vedevano nella mossa di Parigi la confutazione della dottrina Mitterrand con la quale veniva garantito asilo ai militanti di sinistra perseguiti dalla giustizia per episodi di violenza politica non commessi in Francia a condizione che rinunciassero alla lotta armata. Reazioni di diverso tenore si stanno moltiplicando nel Belpaese in seguito all’odierna sentenza della Corte d’appello di Parigi.
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