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Anche Madrid vuole fornire materiale bellico svizzero a Kiev

Soldati ucraini al fronte
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La Spagna chiede al governo svizzero l'autorizzazione per consegnare all'esercito ucraino due cannoni antiaerei fabbricati nella Confederazione. Ma l'esito della richiesta è scontato.

Nonostante Berna abbia ribadito più volte, anche negli scorsi mesi, che il materiale bellico elvetico fornito negli anni passati alle forze armate dei Paesi vicini non potrà finire sul teatro di guerra ucraino, la Spagna sembra voler insistere.

A suscitare fibrillazioni sull’asse Berlino-Berna era stato in particolare il diniego della Confederazione alla consegna di munizioni per i sistemi antiaerei in dotazione all’esercito di Kiev. Una clausola che è prevista nel contratto di acquisto ma che ha creato qualche malumore, non del tutto celato, negli ambienti della Nato e nelle cancellerie europee. Se finora era stata soprattutto la Germania (a due riprese) a sentirsi rispondere picche, nelle ultime ore si è aggiunta la Spagna.

Madrid, che vuole esportare armamenti fabbricati nella Confederazione in Ucraina – due cannoni antiaerei da 35 mm, secondo alcune indiscrezioni – ha depositato domanda formale presso la Segreteria di Stato dell’economia (Seco), l’agenzia federale competente per questo tipo di procedura. I precedenti non depongono però assolutamente a favore di Madrid.

In giugno il governo elvetico aveva ricordato che questo tipo di operazioni non vengono autorizzate da Berna nel caso in cui il destinatario sia coinvolto in un conflitto armato, in virtù del principio della parità di trattamento ai sensi del diritto di neutralità e della Legge federale sul materiale bellico. Così si era pronunciata la Seco nei mesi passati nei confronti di analoghe richieste inoltrate dalla Germania e dalla Danimarca.

Nel dettaglio Berlino aveva chiesto in un primo tempo di poter fornire munizioni di 32 millimetri, utilizzate in particolare per i cannoni dei carri armati antiaerei Gepard, e altri proiettili di 12,7 mm. Successivamente la richiesta riguardava 12’400 proiettili di 35 mm, per gli stessi blindati. In giugno invece Berna si è rifiutata di consentire alla Danimarca di consegnare a Kiev 22 carri armati Piranha di fabbricazione svizzera.

Un giallo insomma di cui si conosce inevitabilmente già la fine.  

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