Secondo una ricerca il 30% della popolazione svizzera ha modificato i propri comportamenti sulla scia delle manifestazioni promosse dal movimento “Fridays for future” della giovane attivista svedese Greta Thunberg che si batte contro il riscaldamento climatico.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Lo studio condotto dal Politecnico federale di Losanna (EPFL), che ha coinvolto un campione di 1’206 persone della Svizzera francese e tedesca tra ottobre e novembre 2019, poco dopo il picco degli scioperi per il clima, ha analizzato gli effetti della prima ondata di scioperi per il clima in Svizzera.
I risultati hanno evidenziato, ha scritto l’autrice dello studio, Livia Fritz, nell’ultimo numero della rivista Sustainability Science, che “gli individui sono diventati più consapevoli di come il loro comportamento abbia effetti sull’ambiente”.
La maggior parte dei cambiamenti nel comportamento che sono stati rilevati dall’indagine riguarda i trasporti, gli acquisti e il riciclaggio dei rifiuti. In particolare, circa un terzo delle persone intervistate ha dichiarato di essere più propenso a cercare alternative all’auto per effettuare il tragitto quotidiano per recarsi sul posto di lavoro.
Più o meno la stessa percentuale del campione sceglie inoltre destinazioni di vacanza più vicine per evitare di dover prendere l’aereo e privilegia prodotti biologici locali e pasti vegetariani.
Progressi vengono segnalati anche nella gestione dei rifiuti, dove un numero crescente di svizzere e svizzeri afferma di impegnarsi per la loro riduzione, in particolare delle plastiche.
La maggior parte di coloro che hanno modificato il loro comportamento, sottolinea sempre la ricerca, era però già sensibile, soprattutto tra le persone con un livello di istruzione superiore, alle problematiche ecologiche prima dell’avvento degli ambientalisti di “Fridays for future”.
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