Il governo svizzero dichiara guerra ai pesticidi
Ridurre del 30% l’utilizzo di prodotti fitosanitari e del 25% quello di pesticidi entro il 2027. È l’obiettivo del piano d’azione presentato mercoledì dal governo svizzero. Un piano che non fa però l’unanimità.
Rinunciare completamente ai pesticidi oggi non è possibile, ma i contadini dovranno comunque diminuirne il consumo, utilizzandoli con maggiore parsimonia. In questo modo l’agricoltura svizzera si distinguerà per la produzione di alimenti sostenibili, sostiene il governoCollegamento esterno.
L’impiego di tecniche moderne, ad esempio robot e droni, contribuirà a limitare l’uso di questi prodotti. Inoltre, per difendere le colture vanno sviluppate strategie alternative, come la selezione di varietà robuste.
Anche i consumatori dovranno fare la loro parte, mostrando maggiore tolleranza nei confronti della qualità e dell’aspetto estetico degli alimenti.
Dal piano d’azione è stata stralciata la proposta di una tassa sui prodotti fitosanitari, criticata dal settore sin dal principio.
Diverse critiche
Il progetto non piace però a tutti. L’associazione Sauberes Wasser Für Alle (Acqua pulita per tutti) – che dallo scorso marzo ha avviato una raccolta firme per l’iniziativa popolare “Acqua potabile pulita e cibo sano” – definisce “inadeguato” il piano d’azione e chiede allo Stato di sostenere solo le aziende che non fanno uso di pesticidi.
L’organizzazione Vision Landwirtschaft rileva “dispiacere tra la popolazione sull’utilizzo di pesticidi”, giudicando il piano d’azione una risposta inadeguata. Mentre l’uso di prodotti fitosanitari è sovvenzionato da decine di milioni, non sono disponibili fondi per finanziare le misure proposte, critica l’associazione.
Deluse anche Pro Natura, Greenpeace, SVS BirdLife Svizzera e WWF: secondo il piano d’azione, le disposizioni della legge sulla protezione dell’acqua saranno soddisfatte solo a metà, e inoltre solo fino al 2027. Il piano non contiene né una protezione esplicita dell’acqua potabile né un divieto dei prodotti più tossici, rilevano le associazioni.
L’Unione svizzera dei contadini accoglie favorevolmente il piano d’azione, si legge in una nota odierna. Tuttavia, “oltre all’agricoltura, si dovrebbero rafforzare gli obblighi anche per gli altri utilizzatori di prodotti fitosanitari”, ad esempio le aziende edili, le ferrovie, i comuni e i proprietari privati dei giardini.
“Un’occasione persa” è invece l’opinione di Biosuisse, secondo cui il Consiglio federale con il suo piano d’azione non promuove più la produzione bio. Agrarindustrie rileva invece “numerose lacune” che non sono state corrette durante la procedura di consultazione.
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