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Accordo Svizzera-USA sul commercio dei farmaci

Medicinali su uno scaffale
L'accordo sull'ispezione dei farmaci non copre ancora i vaccini © Keystone / Christian Beutler

Entrate in vigore le norme che riducono gli ostacoli al commercio di medicamenti tra i due Paesi: minori oneri per le aziende grazie al reciproco riconoscimento della buona prassi di fabbricazione dei medicinali.

L’Accordo colloca l’industria farmaceutica svizzera sullo stesso piano di quella dell’UE e del Regno Unito, che dispongono anch’essi di intese simili con gli USA, precisa una nota odierna della Segreteria di Stato dell’economia (SECO).

L’intesa, firmata il 12 gennaio scorso a Washington, ha richiesto una valutazione reciproca del funzionamento delle autorità nazionali competenti – tra Swissmedic e la Food and Drug Administration (FDA) statunitense – che si è conclusa con esito positivo.

Razionalizzazione dei controlli

In Svizzera e negli Stati Uniti i medicamenti devono essere prodotti in conformità agli standard internazionali pertinenti della «buona prassi di fabbricazione» (BPF).

L’accordo consente alle autorità di entrambi i Paesi di condividere i documenti delle ispezioni di routine delle strutture di produzione farmaceutica, eliminando così la duplicazione degli sforzi in ciascun Paese.

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Inoltre è da prevedere una riduzione dei costi e dei tempi di consegna e il consolidamento delle catene di produzione e distribuzione tra la Svizzera e gli Stati Uniti, migliorando così la sicurezza di approvvigionamento dei medicinali.

USA secondo partner commerciale

Nel settore farmaceutico gli Stati Uniti sono, dopo l’UE, il secondo partner commerciale della Svizzera: nel 2022 il nostro Paese ha esportato negli USA medicinali per un valore di circa 29 miliardi di franchi e ne ha importati per 5 miliardi di franchi. La Svizzera ha già concluso degli accordi simili con l’Unione europea, il Regno Unito, il Canada e la Corea del Sud.

L’intesa analoga tra l’UE e la Svizzera dovrebbe scadere tra qualche anno ma le difficili relazioni tra le due parti non consentono di fare previsioni in merito.

Se l’accordo non venisse rinnovato, le aziende svizzere dovrebbero effettuare molteplici controlli e ispezioni, che potrebbero costare al settore circa 500 milioni di franchi svizzeri (558 milioni di dollari) all’anno in costi aggiuntivi.

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