A Roma è il giorno di Martin Scorsese
Il regista americano era lunedì alla Festa del cinema di Roma, dove ha presentato il suo ultimo film, "The Irish Man".
“La mia prospettiva è stata quella di cercare di una raccontare il percorso di un’intera vita, e quindi, il tempo, la mortalità, l’amore e il tradimento e il rimorso”, afferma Martin Scorsese.
Ma il regista americano voleva anche fare un film coi suoi “vecchi amici”: Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, ringiovaniti nelle scene del passato grazie agli effetti digitali messi a punto da un’azienda americana.
Il regista 76enne non parla mai di film ‘testamento’ ma The Irish Man non è solo il nuovo film di Scorsese, ma rappresenta forse il punto finale al fil rouge della sua cinematografia: nel raccontare la storia vera del sicario legato alle mafie italiana e irlandese Frank Sheeran (De Niro sullo schermo) dal primo dopoguerra agli anni Duemila – scrive Alessandra Magliaro dell’Ansa – c’è una saga criminale, che incrocia la politica dall’assassinio Kennedy alla Baia dei Porci, che arriva ad un punto finale, come un’epoca che si chiude ed è tempo di riflettere in modo maturo sulla vita.
“De Niro ed io volevamo fare un nuovo film insieme dopo Casinò del ’95, ne parlavamo da anni senza trovare la storia giusta. È stato Bob a parlarmi di questo libro di Charles Brandt: si è emozionato, coinvolto, descrivendo questo personaggio e ho sentito che potevamo essere sulla strada giusta e allo sceneggiatore Steven Zaillian ho chiesto di scrivere un film che cercasse di raccontare una vita intera, il tempo rimasto, la morte, i tradimenti e l’amore. Un approccio dalla fine di un’esistenza a guardare a ritroso nel tempo su cui De Niro ed io ci sentivamo a nostro agio. Ci sembrava importante anche che arrivato a quel punto della vita Sheeran, con tutti i morti lasciati alle spalle, la famiglia che lo aveva lasciato solo, tutto quel conflitto vissuto e quella violenza, rimanessero nel passato e il nostro protagonista accettasse che la morte è parte della vita”, dice Scorsese.
Sheeran, uomo di fiducia del boss Russell Bufalino (Joe Pesci), si trova ad un certo punto a dover eliminare la persona che più ha fatto breccia in lui, il potente Jimmy Hoffa (Al Pacino), il leggendario sindacalista americano degli autotrasportatori di cui oggi forse nessuno ricorda chi sia stato, “spazzato via – dice Scorsese – dalla storia, esattamente come accade a tutte le cose”. Se per De Niro e Joe Pesci si tornava a lavorare insieme (“non c’era neanche bisogno di parlarci sul set”) dopo 23 anni, con Al Pacino è incredibilmente la prima volta, “nonostante lo conosca dagli anni ’70.
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