A Basilea cattedra d’italiano a rischio declassamento
Per sostituire l'attuale professoressa occupata al 100%, il rettorato dell'Università di Basilea ha messo a concorso un posto al 75%. Un brutto segno secondo la docente, mentre per l'ateneo si tratta solo di una riorganizzazione.
All’indomani della pubblicazione di un rapporto sulla posizione dell’italiano in Svizzera, dal quale emergeva tra le altre cose una certa preoccupazione per la sostituzione di ruoli di prima fascia con posti di seconda fascia (ad esempio professori assistenti o associati invece di professori ordinari) nelle cattedre di italianistica, da Basilea giunge una notizia che suscita un po’ di apprensione tra i difensori della lingua di Dante.
Il rettorato dell’ateneo basilese ha infatti deciso di sostituire l’attuale professoressa, occupata al 100%, con un posto al 75%. Il 25% così guadagnato – sottolinea il rettorato – sarà utilizzato per la linguistica.
“È un cambiamento – afferma alla Radiotelevisione svizzera la decana Lorenza Mondada – ma è un cambiamento che prende in considerazione l’italianistica nel suo insieme e il fatto che la linguistica italiana finora era rappresentata solo al 50%”.
Molto preoccupata invece l’attuale titolare della cattedra, Maria Antonietta Terzoli, che andrà presto in pensione: “Con grandissima probabilità non sarà più un ordinariato, ossia un posto di primo livello, bensì di assistente”, spiega. Un altro timore è che il numero delle ore di insegnamento potrebbe diminuire.
Uno scenario, almeno per quanto concerne la figura ricercata, refutato da Lorenza Mondada, secondo cui quello messo a concorso sarà un posto di professore.
I timori della deputazione ticinese
Della vicenda legata alla cattedra di italianistica dell’Università di Basilea, si è occupata recentemente anche la deputazione ticinese alle Camere federali. In una nota, i parlamentari hanno sottolineato il timore di “un possibile declassamento dell’offerta di insegnamento”. È inoltre stata inviata una lettera al presidente del Consiglio dell’ateneo nella quale si sottolinea che “una facoltà di italianistica forte, con le sue componenti di letteratura e linguistica, ha un’importanza che va oltre l’Università di Basilea e che coinvolge la rete universitaria svizzera nel suo insieme”.
Per la deputazione ticinese, la continuità nella facoltà di italianistica non solo va garantita, ma dovrebbe essere rafforzata, poiché “è determinante per la coesione nazionale”. Le lingue nazionali sono infatti “insidiate da forti cambiamenti socio-linguistici e dal ruolo crescente dell’inglese”.
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