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75 anni fa la prima vittima svizzera nella Seconda guerra mondiale

Rudolf Rickenbacher sale sul suo Messerschmitt 109 prima di essere abbattuto Forze aeree svizzere

Il giovane Rudolf Rickenbacher venne abbattuto in uno scontro con caccia tedeschi che avevano sconfinato nel Giura

“Un pilota svizzero deceduto servendo la patria”. È quanto riporta uno scarno comunicato dello Stato maggiore dell’esercito con cui il 5 giugno 1940 venne data la notizia della prima vittima elvetica nel Secondo conflitto mondiale. Il luogotenente Rudolf Rickenbacher morì infatti il giorno prima in uno scontro a fuoco contro caccia tedeschi che erano sconfinati in territorio svizzero.

Nel pieno della battaglia di Francia, una squadriglia tedesca era penetrata nella Svizzera nord-occidentale, sorvolando la regione del Giura, allo scopo di saggiare la reazione elvetica. Il giovane pilota era decollato con i colleghi alle 15 e 35 dall’aeroporto di Olten su un caccia di fabbricazione tedesca, un Messerschmitt bf 109, per intercettare gli intrusi. Nei pressi di Saignelégier (Giura) venne quindi colpito dopo aver aperto il fuoco contro gli aerei tedeschi. Il suo apparecchio prese fuoco e non potendo contare sul paracadute, rimasto danneggiato in quei concitati frangenti, fece un volo di 1’800 metri.

Nello scontro aereo due caccia tedeschi furono abbattuti – e alcuni altri riportarono danni – dall’aviazione rossocrociata. Il maresciallo nazista Göring, come era in uso nei cieli secondo antichi codici cavallereschi, inviò una corona alle esequie del 25enne Rudolf Rickenbacher, che si tennero tre giorni dopo nel piccolo villaggio di Lotzwil. Corona che venne fatta a pezzi dalla popolazione locale.

Quattro giorni dopo, l’8 giugno 1940, velivoli della Luftwaffe distrussero un secondo apparecchio militare svizzero, uccidendo i due occupanti e ferendone un terzo nei pressi di Porrentruy, sempre nel Giura. Nello scontro un caccia tedesco venne a sua volta abbattuto e un secondo aereo germanico fu costretto all’atterraggio e il suo equipaggio catturato.

Svizzera e Germania Nazista stavano precipitosamente imboccando la strada del conflitto armato aperto. Per evitare la guerra, che avrebbe visto contrapporsi 230 aerei svizzeri a 4’000 velivoli della Luftwaffe, il Generale Guisan il 20 giugno ordinò ai piloti elvetici di non aprire il fuoco sull’avversario. Una decisione mal digerita, non solo dagli aviatori elvetici, ma che in ogni caso risparmiò altri lutti nella Confederazione, di fronte alle concrete minacce d’invasione provenienti da Berlino. (spal)

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