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Non si placano le proteste antigovernative in Iran

Continuano le proteste antigovernative in Iran, dove nella notte sono rimaste uccise almeno nove persone. A riferire il bilancio è la televisione di Stato iraniana, secondo cui sono almeno i 23 morti dall'inizio delle proteste esplose giovedì scorso contro il carovita.

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Le ultime notizie riferiscono dell’uccisione nella notte di un agente dei Guardiani della Rivoluzione, in precedenza identificato come un poliziotto, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Najafabad. Tra le vittime, stando alla tv di Stato iraniana, ci sono anche un bambino di 11 anni e un ventenne, uccisi a Khomeinishahr. Entrambe le città si trovano nella provincia di Isfahan, nell’Iran centrale.

L’ondata di proteste è partita da Mashhad e le contestazioni sono presto dilagate in altre città della Repubblica Islamica. Da giovedì scorso sono state arrestate centinaia di persone.

Sono almeno 450 le persone arrestate negli ultimi tre giorni a Teheran: lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Ilna citando dati confermati dalle autorità locali. Secondo Ali Asghar Naserbakht, vice governatore della provincia di Teheran, 200 persone sono finite in manette sabato scorso, 150 sono state arrestate domenica e 100 ieri nel quinto giorno di proteste antigovernative.

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Accuse all’Arabia Saudita

Nuove accuse all’Arabia Saudita arrivano dall’Iran nel mezzo delle proteste antigovernative esplose giovedì scorso. La Repubblica Islamica, eterna rivale della monarchia del Golfo nella regione, sostiene ci sia lo zampino di Riad nelle contestazioni che da Mashhad sono rapidamente dilagate in varie città del Paese.

Shamkhani, il potente segretario del Consiglio supremo di Sicurezza nazionale, ha parlato di una “guerra per procura” contro l’Iran scatenata sui social media e su Internet e – secondo Press Tv – non ha risparmiato accuse all’Arabia Saudita, agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. 

“I sauditi fanno parte della rete che ha scatenato una guerra contro l’Iran su Internet”, ha sostenuto Shamkhani, secondo il quale “circa il 27% dei nuovi hashtag contro l’Iran vengono generati dal governo saudita”.

La monarchia del Golfo, ha aggiunto, “è ben consapevole del rischio della nostra risposta”. “Immischiandosi nelle questioni iraniane e cercando inutilmente di provocare gli iraniani, Riad non riuscirà a nascondere le sue sconfitte in Yemen”, ha detto ancora Shamkhani con un riferimento alla coalizione militare araba a guida saudita che dal marzo 2015 interviene in Yemen in appoggio alle forze governative contro i ribelli sciiti Houthi, che Teheran è accusata di sostenere.

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