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“Un disco visionario e bipolare”

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Davide Van De Sfroos ha presentato il suo nuovo album, "Goga e Magoga", da oggi nei negozi - VIDEO

Tre anni di lavoro, “attraversando i territori della depressione del dolore, in cui un essere umano non dovrebbe mai entrare”. Davide Van De Sfroos l’ha fatto e da quei territori “ha riportato tutto indietro”, prima su quaderni e taccuini, poi su disco. È nato così il suo nuovo album “Goga e Magoga”, presentato ieri a Milano e da oggi nei negozi.

Si tratta di un disco “visionario e bipolare – racconta ancora – in un’epoca che con il bipolarismo e la confusione interiore ed esteriore ha imparato a convivere con apparente rassegnazione”.

Qui il video ufficiale della canzone che da il titolo al disco, già disponibile sui youtube.

Youtube

L’album comprende ben 16 brani inediti del cantautore lariano che continua a scrivere privilegiando il dialetto della sua terra, la Tremezzina, sul lago di Como.

ANGEL

Discorso simbolico e surreale con una creatura che viene al mondo. Anche se sei il padre o la madre, anche se vorrai dare consigli ed evitargli i problemi che tu hai conosciuto, non potrai sostituirti all’esperienza che gli spetta per poter dire di avere vissuto, dondolando come tutti sul suo filo d’erba.

KI

Esperimento di composizione visionaria e onirica. Questo brano somiglia a una bottiglia piena di coriandoli lanciata contro un muro, essi voleranno in giro e non si sa dove atterreranno. Le immagini che la compongono fanno leva sulle cose realmente vissute, ma navigano su di un vascello fantasma, chiunque ci vorrà salire a fare un giro avrà diritto alla sua percezione.

FIGLIO DI IERI

La canzone si rivolge a tutti coloro che nel tunnel generazionale si stanno trovando a spasso in quella strana terra di mezzo, dove pur essendo Figli di Ieri, non si è ancora Nonni di Oggi. Alcune convinzioni sembrano avere cambiato tinta come le carte di un prestigiatore, alcuni ricordi sono agrodolci e complessi, si fanno i conti con i rimpianti in parte, ma ci si ostina a continuare sotto la pioggia con il passo misterioso di chi calza strani stivali, perché in qualche modo ci si è affezionati a quello che si è, camminando su di una strada che ci sbatte in faccia la nostra immagine in continuazione, come fosse uno specchio.

CRUSTA DE PLATEN

Ogni tanto ci capita di ritornare da dove siamo partiti e sentiamo quel luogo come la nostra vera casa. Sotto un albero gigante, mentre beviamo qualcosa con gli amici o i conoscenti di un tempo, ci sentiamo minuscoli e quasi insignificanti, ma poi ci rendiamo conto che siamo stati in grado di fare un po’ di tutto.

EL CALDERON DE LA STRIA

Tutto viene mescolato nel calderone della strega: strani individui, situazioni improbabili, direzioni incerte dove a volte vediamo naufragare anche le navi in bottiglia. Si mescola e si rimescola, mentre si osservano le variegate sfumature della nostra quotidianità, che non è mai scontata come crediamo, anche quando noi fingiamo di esserlo. Intanto Alice non guarda più i gatti, ma nel mirino di un fucile e non si sa chi o cosa stia mirando.

MAD MAX

La citazione del personaggio della trilogia cinematografica di un mondo post atomico, ci apre la porta verso uno sguardo inquietante ma purtroppo possibile, su quello che potremmo trovarci di fronte come scenario nel quale vivere. Ma ecco sul fondo una speranza, un forestiero generoso riporta qualche sorriso e forse ci vuole consegnare una chiave per poter chiudere questa porta e aprirne una verso la rinascita. L’altra citazione evidente, quella musicale, è l’arrangiamento che non ha nessun timore di voler essere un omaggio ai Jethro Tull.

INFERMIERA

Infermiera in tempo di guerra. Una storia d’amore che spinge come un fiore pazzo per sbocciare dove regna la morte. Una ragazza giovane che deve abituarsi a sostituire madri, figlie, mogli per tanti sconosciuti sull’orlo dell’esistenza stessa. Ma per uno di questi non sarà come per gli altri. Una preghiera senza usare le mani, ma tutti i cuori possibili e che vuole fare più rumore delle bombe.

DE ME

Canzone che ognuno può cantare modulandola su se stesso. Cosa sai di me? Cosa vuoi da me? Chi sono stato? Cosa ho visto? Secondo qualcuno, concettualmente, potrebbe essere un sequel de La ballata del Genesio.

CINEMA AMBRA

Un tributo alla passione per il cinema, dove nel mitico cinema di Lenno, intere generazioni si sono immedesimate in altre vite riflettendo sulla propria. Vestiti precari, eleganza cercata ma non raggiunta per mancanza di mezzi e di stile, pochi soldi in tasca, ma sufficienti per avere il biglietto ed entrare nell’ombra del Cinema Ambra, con i suoi sedili impossibili fatti di legno, ma con un muro magico dove ognuno proiettava i propri sogni.

IL RE DEL GIARDINO

Un vecchio che viene ritratto nel suo giardino di cui sembra essere il sovrano assoluto. C’è una bottiglia, un toscanello, la calma di chi ha fatto quello che doveva fare e ora si concede uno sguardo morbido verso il mondo che ha davanti, fatto di cose semplici, anche se i ricordi non lo sono mai. Il domani è già adesso e lui non ha bisogno di seguire la sirena di acqua dolce, rimane lì, sul suo trono che è solo un tronco, a governare sul giardino pieno di fantasmi.

GOGA E MAGOGA

Lunga cavalcata abrasiva e ironica al tempo stesso che attraversa i territori contorti e confusi che noi stessi abbiamo creato. A furia di tira e molla, a furia di fare il bello e il cattivo tempo, eccoci nel caos odierno, tra esasperazione di uso e consumo, pretese inadeguate alla nostra natura stessa, edilizia preoccupante in mostra e rifiuti tremendi nascosti, come se si potessero nascondere le bombe sotto ad un tappeto. Tutti vogliono fare tombola e a furia di mescolare ed estrarre, i numeri sono finiti. I due terrificanti nomi biblici di GOG e MAGOG, si trasformano nel vecchio e grottesco detto GOGA E MAGOGA.

COLLE NERO

Da una piccola poesia scritta al liceo, guardando un contadino che scendeva dal monte dopo la sua giornata di lavoro, nasce questa canzone tanto semplice quanto ricca per me di emozioni e di ricordi. Specialmente il ricordo di quella persona.

GIRA GIRA

Amarcord psichedelico pieno zeppo di frammenti e citazioni dove ognuno si potrà divertire a trovare di tutto, compreso il tenero imbarazzo di quando giocando a bottiglia, tutti lo guardavano mentre doveva baciare qualcuno che non avrebbe voluto baciare mai o baciare per sempre.

OMEN

Chi sono queste persone che vediamo sedute in silenzio sulla panchina con uno sguardo verso altrove, oltre il monte e oltre il lago, dopo avere vissuto e lavorato e lottato e prodotto e costruito pezzo per pezzo la strada stessa sulla quale noi camminiamo? Chiamati a disegnare la storia e riparare il progresso, cercano ora il luogo migliore per evitare la cosa che più odiano in assoluto: Dare fastidio. Essere di peso a qualcuno. Come non conosciamo chi abita in quelle luci che vediamo sull’altra sponda del lago, anche se le vediamo da anni, così spesso non conosciamo la storia di chi vediamo ogni giorno su quella panchina.

IL VIAGGIATORE

Il Blues dedicato ai viaggiatori cronici, ai viandanti di sempre, agli irrequieti e a tutti coloro la cui acqua non sarà mai stagnante.

IL DONO DEL VENTO

Come di tradizione oramai, l’ultima canzone ha il vento come protagonista. Brano parabola che nella sua simbologia quasi infantile, tesse la speranza e incoraggia ad accettare il dono dell’esistenza, il dono del vento.

“Goga e Magoga” è stato realizzato con la band che lo accompagna abitualmente e che sarà in concerto con lui il 13 giugno all’Ippodromo di Milano.

ats/joe.p.

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