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È (quasi) legge il divieto del burqa in Svizzera

Turiste saudite ad Interlaken.
Turiste saudite ad Interlaken. © Keystone / Peter Klaunzer

Le due camere approvano la proposta di applicazione del Governo dell’articolo costituzionale, accolto in votazione popolare due anni fa. Multe fino a 1'000 franchi.

Dopo il Consiglio degli Stati (camera alta del Parlamento), anche il Consiglio Nazionale (camera bassa) ha approvato, con 151 voti contro 29 (e 6 astensioni), il progetto di legge federale sul divieto di dissimulare il volto adottato lo scorso ottobre dal Governo che intende attuare il disposto costituzionale passato di misura alle urneCollegamento esterno – con il 51,2% dei voti favorevoli – il 7 marzo 2021.

Le nuove norme comportano l’obbligo di lasciare scoperti e liberi da indumenti occhi, bocca e naso in tutti gli spazi pubblici o privati ma accessibili al pubblico. Sono previste alcune eccezioni, in particolare per motivi sanitari o nei luoghi di culto, è stato ribadito durante il dibattito. Lo stesso vale per le e i conducenti di moto.

L’oggetto, come di consueto, verrà sottoposto per un’ultima volta alle e ai parlamentari in occasione delle votazioni finali a fine sessione delle Camere, venerdì prossimo.

Dibattito acceso

Come era avvenuto agli Stati, anche in seno al Consiglio nazionale la questione dell’entrata in materia ha creato discussioni, in particolare riguardo alla valenza della norma: secondo la maggioranza di centrodestra, la volontà espressa nella votazione popolare deve essere attuata in modo efficace a livello federale, il che è possibile in conformità alla Costituzione sulla base dell’articolo 123 di quest’ultima.

La minoranza, guidata dalla Verde ticinese Greta Gysin, ha invece sostenuto che il divieto di dissimulare il viso sia una questione di ordine pubblico e quindi di competenza dei Cantoni e non delle Camere federali. Ma alla fine l’aula ha deciso di proseguire nell’esame del progetto di legge, con 135 voti contro 32 (e due astenuti).

Da parte sua Marco Romano (Centro) ha sottolineato l’impossibilità di avere 26 legislazioni diverse in questo ambito. L’applicazione del divieto, a suo giudizio, deve essere nazionale e omogenea e questo può avvenire solo attraverso una legge federale.

Libertà di riunione e di opinione

Nel corso dell’esame dettagliato del progetto di legge il Consiglio Nazionale ha rigettato – con una maggioranza inferiore di 106 voti contro 79 – la proposta di Greta Gysin tesa a consentire l’occultamento del volto per motivi legittimi (in particolare donne vittime di violenza domestica durante le manifestazioni pubbliche): è stata ritenuta inutile in quanto tutelata già da altre norme.

Il disegno del Governo federale prevede in proposito che le autorità possano autorizzare la dissimulazione del viso qualora la persona stia esercitando i diritti fondamentali delle libertà di opinione e di riunione. Alcune eccezioni sono previste per chi viaggia in aereo, per le sedi diplomatiche o i luoghi di culto.

Tale disegno ha incontrato il consenso del plenum che ha respinto (con 130 voti contro 53 e 3 astenuti) la proposta più restrittiva di Walter Wobmann (UDC, destra nazionalista) di applicare in modo illimitato il divieto di dissimulare il viso anche durante le dimostrazioni autorizzate. Rigettata anche la proposta di abbassare a 200 franchi, invece dei 1’000 indicati nel testo governativo, le multe comminate alle e ai contravventori.

Il precedente in Ticino e San Gallo

In realtà in Svizzera norme contro la dissimulazione del volto erano in vigore a livello cantonale, in Ticino, già dal luglio 2016. Il 22 settembre 2013 era stata infatti approvata, con il 65,4% dei voti favorevoli, l’iniziativa popolare che chiedeva di iscrivere nella costituzione cantonale tale divieto, poi adottato anche a San Gallo (poche finora le multe inflitte nel cantone subalpino e nessuna in 5 anni a San Gallo). Altri 15 Cantoni hanno nel loro ordinamento disposizioni restrittive limitatamente alle manifestazioni pubbliche o sportive.

Il divieto negli altri Paesi

Il divieto del burqa e del niqab vige già in circa 15 Paesi in Europa che hanno introdotto norme analoghe a quelle elvetiche. La Francia ha fatto da apripista nel 2011, ma anche altri tre Paesi confinanti con la Confederazione – Germania, Italia e Austria – hanno introdotto delle restrizioni; sia divieti generali, sia misure specifiche e regionali.

Divieti di indossare burqa e niqab di qualsiasi tipo vigono anche in Asia, Africa e Nord America.

Il caso italiano

Nella vicina Repubblica allo stato attuale non esiste una legge specifica in materia. Vige una norma generica, risalente agli anni Trenta, che vieta di presentarsi in pubblico con il viso coperto da una maschera.

Una legge approvata nel 1975, durante gli Anni di piombo, vieta di indossare negli spazi pubblici veli, passamontagna o caschi da motociclista che coprano completamente viso e testa (articolo 5 della Legge Reale del 22 maggio 1975).

Nel tempo sono stati eseguiti alcuni aggiustamenti ma la sostanza della norma non è cambiata. Non essendoci disposizioni specifiche sta alla discrezionalità del o della giudice applicare ai casi concreti queste norme.

In Lombardia nel 2015 è stata introdotto invece il divieto di frequentare luoghi pubblici – in particolare gli ospedali e altre strutture sanitarie – indossando copricapi e veli che impediscano l’identificazione della persona. Un divieto analogo vige dal 1917 anche in Veneto, regione che si è fatta promotrice di un’iniziativa in tal senso a livello nazionale.

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