È la senatrice Moser ad aver speso di più per la sua elezione
Metà dei consiglieri agli Stati eletti in ottobre hanno comunicato finora i costi della loro campagna elettorale.
Le nuove regole sui finanziamenti alla politica svizzera cominciano a far luce anche sul Consiglio degli Stati. A un mese dall’entrata in funzione, i senatori eletti devono pubblicare il bilancio della loro campagna elettorale dello scorso autunno.
Attualmente lo ha fatto circa la metà dei consiglieri agli Stati, tra cui il ticinese Fabio Regazzi che ha dichiarato la cifra di 149’005,95 franchi (circa 160’000 euro).
Mentre l’altro senatore ticinese Marco Chiesa ha riferito alla radiotelevisione svizzera RSI di aver speso circa 125’000 franchi (134’000 euro), ma i dati ufficiali non sono ancora stati pubblicati.
Le elezioni federali dello scorso autunno sono state le prime con le nuove regole sul finanziamento della politica, che impongono una trasparenza inedita per la Svizzera.
Se superano i 50’000 franchi (53’700 euro), i bilanci delle campagne devono essere comunicati al Controllo federale delle finanze che li pubblica su un sito onlineCollegamento esterno.
I candidati alla Camera bassa (Consiglio Nazionale) hanno dovuto presentare un preventivo e se n’era quindi già parlato a settembre.
Per gli Stati invece l’obbligo di trasparenza vale solo per gli eletti, che devono presentare il conto finale delle entrate a 30 giorni dall’entrata in carica.
Nei cantoni più vasti e con elezioni contestate i bilanci sono più elevati, come dimostra l’importo più alto dichiarato finora, quello della zurighese Tiana Moser, che supera i 400’000 franchi (430’000 euro).
Al momento hanno pubblicato i propri bilanci 26 consiglieri agli Stati. Gli altri 20 o hanno speso meno di 50’000 franchi, oppure dovranno inoltrare i dati nei prossimi giorni.
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