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Migranti, l’Ue non apre i porti, l’Italia resta sola

I 28 ministri dell’interno dell’Unione Europea, riuniti giovedì a Tallin, in Estonia, hanno respinto la richiesta dell'Italia di aprire altri porti europei agli sbarchi di migranti. Roma si ritrova ancora una volta sola, ma considera che siano stati fatti dei passi avanti, in particolare nella regolamentazione del lavoro delle organizzazioni non governative attive nelle operazioni di soccorso.

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“Discuteremo e cercheremo una soluzione e un piano d’azione per l’Italia”, aveva promesso al suo arrivo giovedì mattina il ministro dell’interno estone Andres Anvelt, il cui paese ha appena assunto la presidenza dell’UE.

Qualche giorno fa, Roma aveva minacciato non accettare più l’attracco nei suoi porti di navi battenti bandiera straniera che trasportano migranti soccorsi nel Mediterraneo e lanciato un appello ai suoi partner per fornire un “contributo concreto”.

In realtà, a Tallin l’Ue ha fatto fronte comune contro le richieste d’aiuto. Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Germania hanno respinto ancora prima che iniziasse il vertice la richiesta di distribuire i migranti salvati nel Mediterraneo anche in altri porti europei e non solo in quelli italiani.

Roma si dice comunque soddisfatta dei passi avanti compiuti giovedì, in particolare su tre punti. L’aumento dell’impegno europeo in Libia, tradotto in più finanziamenti affinché il Paese aiuti a frenare le partenze. Un codice di condotta per le ONG attive nel Mediterraneo, accusate di incentivare gli sbarchi: non potranno più entrare nelle acque libiche, né usare luci e razzi per farsi vedere o trasbordare i naufraghi su altri natanti.

Infine la questione dei rimpatri: “I Paesi che non accettano i rimpatri avranno restrizioni sui visti da parte dei singoli paesi europei”, spiega il ministro italiano dell’Interno Marco Minniti. “Un’iniziativa che non ha precedenti”.

Intese che, però, hanno riacceso la rabbia in Italia, di nuovo delusa dall’Ue mentre l’emergenza si fa insostenibile. Da gennaio, circa 100’000 persone hanno attraversato il Mediterraneo; 85’000 sono sbarcate in Italia, secondo le ultime cifre dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

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