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Come funziona l'agenzia ONU per i profughi palestinesi?

Le dimissioni di mercoledì con effetto immediato del commissario generale dell'agenzia ONU per i profughi palestinesi, lo svizzero Pierre Krähenbühl, solleva nuove critiche contro l'agenzia. Vediamo come funziona e cosa fa questa agenzia dell'ONU, creata 70 anni fa ma nata come aiuto temporaneo ai profughi palestinesi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 novembre 2019
Allievi palestinesi all'entrata di una scuola creata dall'agenzia Onu a Gaza City. Keystone / Khalil Hamra

Si chiama UNRWA Link esternoed è l'agenzia per il soccorso e lo sviluppo umanitario dei rifugiati palestinesi. Essa eroga servizi in ambito formativo, sanitario e sociale a circa 5 milioni e mezzo di profughi palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania, Giordana, Libano e in Siria.

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha creato nel 1949 l'UNRWA  (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees) dopo la prima guerra arabo-israeliana. Il tutto per assistere i palestinesi rimasti senza una nazione.

Scuole, centri sanitari, servizi sociali

Una delle attività principali di questa agenzia ONU è direttamente legata all'ambito formativo. Intatti sono state create 685 scuole frequentate da circa mezzo milione di bambini. Quasi la metà dei fondi sono investiti proprio in questo ambito.

L'UNRWA gestisce poi 137 centri sanitari dove vengono erogati gratuitamente i servizi medici di qualità. E questo per oltre 3 milioni di profughi.

Non solo. Secondo stime del Dipartimento degli affari esteri, circa 1.2 milioni di rifugiati palestinesi vivono in condizione di povertà assoluta. Inoltre un terzo dei rifugiati vive in 58 campi sparsi nella regione. L'UNRWA finanzia la ricostruzione e il miglioramento di queste infrastrutture

Budget e problemi finanziari

Nel 2018 il budget era di 1.2 miliardi di dollari, soldi provenienti soprattutto dai paesi europei e dagli Stati Uniti. Ma con la decisione dell'amministrazione Trump di tagliare i fondi per l'agenzia (300 milioni di dollari), l'agenzia ha registrato lo scorso anno un deficit di 446 milioni di dollari.

L'agenzia oggi impiega 30'000 mila persone, perlopiù palestinesi. Che svolgono un lavoro criticato in primis dall'amministrazione Trump, che con l'accusa l'agenzia di protrarre l'esistenza di profughi e di fomentare odio nei confronti di Israele ha tagliato, come detto, gli aiuti finanziari.  Anche Svizzera, Belgio e Paesi Bassi hanno congelato i fondi destinati all'agenzia. Loro però, per i dubbi sulla gestione.

Ora con la partenza del commissario generale, le critiche tornano a galla. Ecco qui di seguito una scheda del TG della Radiotelevisione svizzera.

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