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Arrestato Settimo Mineo, il presunto capo dei capi della mafia siciliana

I carabinieri di Palermo hanno arrestato martedì all'alba 46 persone, tra cui Settimo Mineo, il nuovo boss di Cosa nostra 'eletto' nel maggio scorso.

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Ufficialmente gioielliere con negozio in centro di Palermo, Settimo Mineo, 80 anni, ha alle spalle una lunga storia nella mafia siciliana.

Il giudice Falcone lo aveva già arrestato nel 1984. Al maxiprocesso di Palermo, che iniziò nel 1986, fu condannato a 7 anni di carcere, ridotti poi a 5 anni e 4 mesi in appello. Nel 2006 finì di nuovo dietro le sbarre per 11 anni.

Tornato in libertà, ha rapidamente riannodato i fili tra le famiglie di Palermo, assumendo il ruolo di mediatore. Il 29 maggio scorso, secondo gli inquirenti, la Cupola di Cosa nostra è tornata a riunirsi, dopo ben 25 anni. E proprio Mineo è stato designato per succedere a Totò Riina, morto un anno fa. Un'”elezione” seguita passo dopo passo dagli investigatori.

Gli arresti sono naturalmente stati accolti con grande soddisfazione da chi si occupa in prima linea di contrastare il fenomeno mafioso. “Avevano sostituito Totò Riina con Settimo Mineo per far rinascere la cupola di Cosa Nostra, ma lo Stato ha vinto. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure”, ha scritto su twitter Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.

“46 arresti e uno in particolare, quello di Settimo Mineo, rappresentano uno dei più duri colpi inflitti dallo Stato alla mafia – ha da parte sua commentato su Instagram il vicepremier Luigi Di Maio. Mineo era stato infatti eletto ‘erede’ di Totò Riina dopo la sua morte. Per questa gentaglia in Italia non c’è più spazio. Grazie ai carabinieri e al pool di magistrati che hanno portato a termine questa grande operazione”.

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