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Un ticinese su dieci ha gli anticorpi

UN telefonino con l app swisscovid e sullo sfondo la baia di Lugano
Lo studio epidemiologico, sostenuto dall’Ufficio federale della sanità pubblica, è allargato a tutta la Svizzera. Keystone / Pablo Gianinazzi

In Ticino in una persona su dieci si rilevano gli anticorpi contro il Covid-19. Non è però possibile riscontrare differenze statistiche significative rispetto a sesso o età.

È questo il risultato della prima parte dello studio sierologico condotto dall’Ufficio del medico cantonale sulla popolazione ticinese nelle ultime settimane che le autorità cantonali hanno presentato a  Bellinzona.

Il test è stato realizzato su un campione casuale di 1’500 persone di età maggiore ai 5 anni: hanno risposto positivamente 984 persone, 929 hanno poi partecipato e 927 sono state infine incluse nello studio.

“Siamo riusciti a superare la prima fase dell’epidemia e ora si va avanti”, ha esordito il direttore del Dipartimento della sanità ticinese Raffaele De Rosa.

“Lo studio è andato molto bene ed è già indicativo”, ha dichiarato Martine Bouvier Gallacchi, capo del servizio di promozione e valutazione sanitaria.

“Molti aspetti sono ancora in fase di ricerca. Specie per quanto riguarda il valore protettivo degli anticorpi la durata della risposta immunitaria. Si cerca anche di capire come si sia diffuso il virus e con quale impatto”, ha aggiunto il medico cantonale Giorgio Merlani. “Ma possiamo concludere che circa 30’000 ticinesi hanno gli anticorpi”.

Lo studio epidemiologico

Facciamo un passo indietro. Lo studio epidemiologico sostenuto dall’Ufficio federale della sanità pubblica, è guidata dalla Scuola svizzera di salute pubblica SSPH+ e coinvolge 12 università. In Ticino vede la collaborazione dell’Università, della Scuola universitaria professionale e dell’Ente ospedaliero cantonale. 4’000 ticinesi sono stati scelti casualmente seguendo criteri di rappresentatività statistica. 

Una ricerca dalle grandi ambizioni, infatti in Svizzera potrebbero essere sino 25 mila le persone che parteciperanno allo studio. Questo permetterà di fare dei confronti anche a livello nazionale considerando le grandi differenze che ci sono state tra le regioni.

Ecco il servizio del telegiornale che parla di questa iniziativa:

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