La televisione svizzera per l’Italia

L’Italia intende aprire le frontiere il 3 giugno

Primo piano di cartella Dogana-Zoll ; dietro, sfuocare, automobili passano sotto una grossa struttura aperta
La dogana di Chiasso-strada, vista in direzione dell'italia, in un'immagine d'archivio. Keystone / Martin Ruetschi

L'Italia intende riaprire le frontiere dal 3 giugno, sempre che la situazione sanitaria lo consenta. Lo ha confermato sabato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), anticipando che nel corso della settimana "sono previsti nuovi colloqui bilaterali" tra Berna e Roma per armonizzare gli interventi al confine. La consigliera federale Karin Keller-Sutter ha sottolineato la necessità di un approccio coordinato.
 

Contatti con le autorità italiane sono stati presi, ha detto il portavoce della SEM Daniel Bach all’agenzia Keystone-ATS.

“Si tratta di una decisione unilaterale dell’Italia di cui prendo atto”, ha dichiarato da parte sua la consigliera federale Karin Keller-Sutter alla radio svizzero-tedesca SRF. È una riapertura della quale non si è parlato nei precedenti contatti e sulla quale gli Stati membri dello spazio Schengen non sono stati informati, ha aggiunto la ministra di giustizia e polizia. 

“La Svizzera deciderà autonomamente se consentire il rientro di persone provenienti dall’Italia”. “È importante che ci coordiniamo in maniera stretta su questo tema con il Canton Ticino, che è stato molto colpito dalla pandemia”, ha detto ancora Keller-Sutter, sostenendo un approccio coordinato con tutti gli Stati confinanti, come avvenuto alla frontiera nord-est.

Tra la Svizzera e la Germania, l’Austria e la Francia è prevista una riapertura totale il 15 giugno, prima della quale saranno gradualmente allentate le restrizioni introdotte a causa del coronavirus.
 

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Nuove regole in Italia

L’intenzione di Roma “di allentare le restrizioni in entrata” era stata confermata da Koch dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri italiano, venerdì in tarda serata, del disegno di legge sulle nuove regole della cosiddetta Fase 2.

Dal 18 maggio, gli spostamenti delle persone all’interno delle regioni non saranno più soggetti ad alcuna limitazione, a meno che lo Stato o le Regioni stese non adottino o reiterino misure limitative su specifiche aree interessate da un particolare aggravamento dell’epidemia, in base a quanto previsto dal decreto-legge n. 19 del 25 marzo 2020.

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Coppie divise dalla frontiera svizzero-tedesca tra Costanza e Kreuzlingen.

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Visita ai familiari oltre confine? Sì di Montecitorio

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Restano vietati fino al 2 giugno gli spostamenti “in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l’estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, chiarisceCollegamento esterno il governo in una nota.

Ne consegue che dal 3 giugno è previsto un via libera agli spostamenti tra regioni, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali ai sensi del già citato decreto-legge e sempre in relazione a specifiche aree e “secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico”.

La “fuga in avanti”

Il via libera vale anche per gli spostamenti da e per l’estero, a meno di limitazioni relative a specifici Stati e territori e nel rispetto di eventuali vincoli derivanti dall’ordinamento dell’UE e degli obblighi internazionali.
 

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Sono confermati dal ddl il divieto di mobilità fino all’accertamento della guarigione per le persone sottoposte a quarantena poiché risultate positive al Covid-19, la quarantena precauzionale “applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati” e il divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

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