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Regno Unito, nominato ministro alla Solitudine

Immagine sfocata di una persona sola che cammina per un corridoio.
RSI-SWI

Il governo britannico ha nominato mercoledì un ministro alla Solitudine. Dovrà occuparsi di nove milioni di persone, giovani e anziani, che nel Regno Unito vivono soli o soffrono di isolamento sociale.

La premier Theresa May ha scelto Tracey CrouchCollegamento esterno, 42 anni, deputata conservatrice e già ‘junior minister’ del dicastero sport e società civile. Per questo incarico farà invece riferimento al ministero della Sanità.

Crouch, laureata in legge, vuole collaborare con gli altri partiti e inquadrerà il suo mandato in un vasto progetto che era stato elaborato da Jo Cox, la deputata laburista uccisa nel 2016 da un fanatico di estrema destra.

Cox aveva creato la CommissioneCollegamento esterno contro la solitudine, istituita per cercare soluzioni a quella che è considerata una piaga nazionale. “Aveva riconosciuto la vastità del problema e aveva messo tutta se stessa per aiutare quanti ne erano colpiti”, ha riconosciuto in un comunicato Theresa May.

Una società sempre più frammentata e disgregata

Il fenomeno è allarmante. Fra i 9 milioni di persone che, nel Regno Unito, vivono in condizioni di solitudine più o meno marcata, si contano circa 200 mila anziani che in media non intrattengono per più di un mese nessuna conversazione con amici o parenti.

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Da alcuni studi citati dai mezzi d’informazione britannici, emerge che la solitudine nuoce alla salute più di fumare 15 sigarette al giorno.

La virata sociale di May, le parole di Bradley

Mentre la premier cerca di mostrarsi impegnata in favore degli emarginati, emergono dichiarazioni pesanti dell’astro nascente dei conservatori Ben Bradley, appena nominato proprio da May vicepresidente del partito e responsabile dei giovani Tories.

Bradley ha proposto la vasectomia come ricetta per evitare al “vasto mare dei disoccupati perditempo” di mettere al mondo “quattro o cinque figli, mentre noi ne facciamo al massimo uno o due”.

Parole scritte in un blog nel 2012, ma destinate a scatenare una bufera nonostante le scuse del deputato: “Il tempo che ho trascorso in politica da allora mi ha consentito di maturare e oggi comprendo che quel linguaggio non è appropriato”.

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