Sì alle quote di genere nei cda e nelle direzioni
Il soffitto di cristallo va sfondato: il Consiglio nazionale (camera bassa del parlamento svizzero) ha approvato giovedì la proposta di destinare alle donne almeno il 30% dei posti nei consigli d'amministrazione delle aziende quotate in borsa.
Il testo approvato di misura -95 voti a 94, con un astenuto- prevede anche una presenza del 20% nelle direzioni di tali aziende, e si inserisce nella grande riforma del diritto della società anonimaLink esterno.
Si tratta, tuttavia, di semplici valori di riferimento: per le aziende che non dovessero rispettare le quote non sono previste sanzioni, ma solo l'obbligo di spiegare perché gli obiettivi non sono stati raggiunti ed esporre le misure previste per rimediare.
Le società interessate sono circa 250. È previsto un periodo transitorio per mettersi in regola: cinque anni per i Consigli di amministrazione e dieci anni per gli organi di direzione.
Parità sulla carta da quasi trent'anni
La presenza di donne tra i quadri aziendali -ha sottolineato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, ministra di giustizia e poliziaLink esterno- è ancora insufficiente, benché qualcosa sia stato fatto su base volontaria.
"Nelle cento più grandi imprese, otto membri su dieci dei consigli di amministrazione e nove membri su dieci della direzione sono uomini", ha detto, ricordando che il principio dell'uguaglianza tra i sessiLink esterno è iscritto nella Costituzione federaleLink esterno dal 1991.
Molto da fare anche sul fronte salariale
A distanza di quasi tre decenni dallo sciopero delle donne (14 giugno 1991), la parità salariale non è ancora stata raggiunta, motivo per il quale alcune organizzazioni politiche e sindacali hanno manifestato giovedì, chiedendo anche il riconoscimento del lavoro in famiglia.
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