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Continua la protesta dei Sioux contro l'oleodotto

Una zona sacra di una riserva indiana in North Dakota minacciata dalle società petrolifere

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 dicembre 2016 - 21:08

In North Dakota continua da otto mesi la protesta dei nativi americani contro l'oleodotto in costrizione che passerà dalla riserva indiana di Standing Rock Sioux.

La pipeline è ritenuta importante per l'approvvigionamento energetico degli Stati Uniti ma viene contestata perché lambisce una zona sacra dove gli indiani seppelliscono da secoli i loro defunti. Inoltre i nativi temono che possibili rotture dell'oleodotto possano compromettere le riserve idriche della regione.

Un migliaio di dimostranti continua la mobilitazione nonostante le temperature rigide, ben al di sotto degli zero gradi ma per il momento non vengono segnalati scontri con le forze dell'ordine che in ottobre avevano portato al fermo di una sessantina di persone.

In questi giorni duemila veterani hanno annunciato che si uniranno ai manifestanti a sostegno della loro causa. Intanto però la costruzione dell'oleodotto resta bloccata per ordine della magistratura.

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