La televisione svizzera per l’Italia

Un pacchetto di aiuti ai media da 150 milioni

Aula del Consiglio nazionale semipiena; si vede bene l emiciclo con tutte le postazioni divise da pannelli in plexiglas
Il Consiglio nazionale martedì. Keystone / Alessandro Della Valle

Il Consiglio nazionale ha approvato martedì un pacchetto di aiuti a favore dei mezzi d'informazione: 30 milioni di franchi di contributi federali l'anno saranno destinati ai media online e 120 milioni al finanziamento indiretto della stampa. La camera bassa del Parlamento svizzero si è inoltre pronunciata per maggiori restrizioni nei confronti della radiotelevisione di servizio pubblico SSR.

La nuova legge in materia è stata accolta con 111 voti contro 67 e 17 astensioni. Durante il dibattito, durato oltre cinque ore, tutti i gruppi parlamentari hanno sottolineato l’importanza dei media e le difficoltà in cui versano attualmente. È stato tra l’altro evocato come il buon giornalismo rischi di farsi sempre più raro a favore di una “corsa ai clic”.

Gli aiuti mirano a evitare un impoverimento dell’offerta durante gli anni di transizione che deve affrontare la stampa, ha indicato il liberale-radicale vodese Frédéric Borloz a nome della commissione, alla quale il plenum aveva rinviato il progetto lo scorso autunno allo scopo di integrare nella legge i media elettronici.

Una transizione che non bisogna forzare -ha rilevato dal canto suo la consigliera federale Simonetta Sommaruga, ministra della comunicazione- ma che di certo comporta cambiamenti strutturali in un momento in cui gli introiti pubblicitari risultano dimezzati. Da qui la necessità di aiutare i media ad attraversare questo periodo, pur lasciando loro libertà di fissare la propria strategia.

Il Consiglio nazionale ha parimenti approvato (112 sì, 79 no, 4 astenuti) il mantenimento della cosiddetta clausola holding, il cui scopo è evitare una maggiore concentrazione dei media. Quanto agli aiuti indiretti alla stampa, ovvero alla distribuzione regolare e mattutina di quotidiani e settimanali in abbonamento, lo stanziamento include anche 30 milioni destinati alla stampa associativa e delle fondazioni.

Al massimo 60%

Per la maggioranza della Camera del popolo è giusto che anche le testate online siano sostenute, tuttavia esse dovrebbero finanziarsi il più possibile sul mercato e non dipendere a lungo termine da sovvenzioni, ha spiegato l’altro relatore Philipp Kutter (Alleanza del Centro, Zurigo). Il plenum ha quindi deciso di fissare al 60% del giro d’affari la quota massima del contributo.

I deputati hanno pure deciso, con 122 voti contro 69 e 4 astenuti, di aggiungere alla legge un articolo che limita le pubblicazioni di testo sui siti web della Società svizzera di radiotelevisione SSR (servizio pubblico, principale beneficiaria del canone) al fine di limitare la concorrenza verso gli editori privati. Non hanno invece voluto limitare i partenariati di sponsoring con la SSR.

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Si è discusso infine delle istituzioni che formano giornalisti -beneficeranno di un sostegno finanziario senza dover essere necessariamente “indipendenti” come recitava la prima versione del testo- e delle agenzie di stampa, che pure hanno diritto a un sostegno purché garantiscano un’offerta equivalente nelle tre lingue ufficiali (tedesco, francese e italiano) e non distribuiscano dividendi.

Il pacchetto di aiuti, che ha una durata limitata di 5 anni, torna ora al vaglio del Consiglio degli Stati (camera alta).

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