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‘ndrangheta, 75 arresti tra Italia e Svizzera

Scala interna di edificio brutalista ripresa da un mezzanino; si vede l entrata al piano 00
L'interno della nuova sede del Ministero pubblico della Confederazione. © Keystone / Anthony Anex

Nel corso di un'operazione contro cosche della 'ndrangheta, condotta martedì tra Italia e Svizzera dalla Guardia di finanza e dalle autorità elvetiche, sono state arrestate 75 persone. L'azione contro l'organizzazione mafiosa calabrese ha anche portato al sequestro di beni per 169 milioni di euro. Complessivamente, si contano 158 indagati.

Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione e altri. Tutti i reati sono aggravati dalle modalità mafiose.

Uomini incappucciati in penombra sollevano coperchio d un tombino
Le immagini dell’operazione (video sotto) RSI-SWI

In manette e tra gli indagati diversi esponenti di affermate famiglie della criminalità organizzata, operanti principalmente nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia.

In Svizzera sei indagati

Uno degli arresti è avvenuto nel canton Argovia, gli altri in Calabria. Sono state effettuate perquisizioni anche nei cantoni Soletta, Zugo e Ticino, ha reso noto il Ministero pubblico della Confederazione, che ha coordinato l’operazione assieme alll’Ufficio federale di polizia (fedpol).

In Svizzera, sede di investimenti e traffici illeciti della cosca, il procedimento penale è in corso nei confronti di sei persone di nazionalità italiana, la maggior parte delle quali residenti nella Confederazione.

Nell’ambito delle indagini, durante le quali il MPC ha potuto interrogare anche due collaboratori di giustizia italiani, sono emerse condotte legate a traffici di armi, stupefacenti e riciclaggio di denaro. Si presume che moneta falsa sia stata importata dall’Italia in Svizzera.

Investimenti “legali”

Gli imputati vivono in Svizzera da molti anni e, presumibilmente, all’esecuzione di attività illegali hanno affiancato l’esercizio di attività legali, come investimenti, concessione di prestiti o persino la gestione di un ristorante, attività che costituiscono una sorta di investimento dell’organizzazione, per rafforzarne il vigore criminale.

L’operazione ‘Imponimento’, compiuta in simultanea, ha visto schierati in Italia 700 finanzieri ed è stata condotta dal Comando provinciale di Catanzaro e dal Servizio Centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) di Roma, con il supporto dei reparti del Comando regionale Calabria.

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Nel servizio del TG, l’intervista al Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri

L’operazione è il frutto di anni di lavoro investigativo svolto nell’ambito di una Squadra investigativa comune (Joint Investigation Team) costituita presso Eurojust tra magistratura e forze di polizia dei due Paesi.

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