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Un altro trasloco per “principessa fragile”, la mummia di Brissago

Testa del sarcofago
I ricercatori tenteranno di svelare alcuni dei misteri che circondano questo prezioso reperto. RSI-SWI

Si chiama Ta Sherit En Jmen e, pur non avendo i piedi, si sposta parecchio. Si tratta di una mummia che per molto tempo è stata conservata nel palazzo comunale di Brissago, nel canton Ticino. Martedì è partita alla volta di Neuchâtel dove inizieranno gli interventi di conservazione. Ma non sarà l'ultima tappa del suo periplo.

Non tutti i comuni ticinesi si possono vantare di possedere una mummia. Brissago ha potuto farlo fino a martedì, quando il sarcofago contenente Ta Sherit en Jmen è stato prelevato dal locale della casa comunale del comune ticinese, dove si trovava da decenni.

La mummia è arrivata sulle sponde del Lago maggiore grazie all’ingegnere Zaccaria Zanoli, che aveva sposato una brissaghese. Grande collezionista, Zanoli aveva acquistato il reperto archeologico al Cairo verso la fine del XIX secolo e, alla sua morte, aveva deciso di donarlo al comune assieme a centinaia di altri oggetti che aveva raccolto.

La mummia è stata per un certo periodo il punto forte del “museo” del palazzo comunale, ma poi è finita nel già citato locale assieme ad altri cimeli e cianfrusaglie.

Verso il restauro

Come ricorda il quotidiano la Regione, su iniziativa dell’ex municipale Eugenia dell’Ora, l’esecutivo comunale aveva recentemente deciso di rivalorizzarla. Il credito di 123’000 franchi è stato però bocciato lo scorso anno dal legislativo e, anche se a malincuore, il comune si è rivolto a potenziali interessati.

Un accordo è stato infine trovato con l’Istituto di medicina evolutiva dell’Università di Zurigo.  

La mummia ha dunque ricominciato a spostarsi. Preparata al trasloco con tutte le attenzioni del caso, questa “principessa fragile” (come è stata definita dai giornalisti della radio francofona rts), si trova ora a Neuchâtel, presso il dipartimento di restauro e conservazione della Scuola universitaria professionale HE-Arc. Qui, sotto la guida del restauratore e insegnante Valentin Boissonas cominceranno i lavori di studio e analisi.

La sua destinazione finale sarà però l’ateneo di Zurigo anche se c’è la volontà di farla tornare a Brissago per un breve periodo, dove sarà esposta al pubblico in modo più degno di quanto successo finora.

La mummia di Brissago proverrebbe dalla zona di Akhmim, in Egitto, luogo di importanti scoperte archeologiche, e risalirebbe all’età tolemaica (323 a.C – 30 a.C). È verosimilmente la più antica di quelle che si trovano in Svizzera. Il nome della defunta sarebbe Ta Sherit En Jmen e le foglie d’oro che ricoprono il viso del sarcofago indicherebbero che si trattava di una persona di elevato rango sociale. La fattura in cartonaggio della bara, però, è realizzata in materiale povero. Il perché di questa discrepanza è uno dei misteri che circondano la mummia. Nel corso dei secoli il reperto archeologico non è stato trattato nel migliore dei modi. I piedi, ad esempio, non ci sono, forse rubati o perduti. Inoltre, il cartonaggio, come ricorda la Regione, è stato invece malamente tagliato nel 1912, per soddisfare la curiosità di un giornalista francese.

Facendo un passo indietro nel tempo, rivediamo come nel 1998 la trasmissione della Radiotelevisione svizzera il Quotidiano ha raccontato la storia della mummia di Brissago.

tvsvizzera.it/Zz/RTS con RSI (Quotidiano del 03.02.1998)

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