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Airbnb, a Lucerna si organizza la resistenza

Vista dal basso di un palazzo liberty ad angolo; su un balcone, uno striscione con scritta Stopp Airbnb
"Stopp Airbnb": la campagna si riferisce esplicitamente alla piattaforma statunitense e non genericamente a servizi online per cercare camere e appartamenti. RSI-SWI

La piattaforma online per l'affitto di camere e appartamenti Airbnb, il cui successo è in crescita in tutto il mondo, è accusata di contribuire alla crisi degli alloggi nei centri città, dove ai proprietari conviene di gran lunga affittare per periodi brevi anziché cercare inquilini stabili. A Lucerna, un'organizzazione si sta muovendo per frenare l'esodo della popolazione urbana.

A spingere gli inquilini fuori dagli appartamenti non è certo la piattaforma statunitense ma i proprietari, i quali “preferiscono affittare ai turisti o chi visita la città per brevi periodi”, osserva il direttore della sezione lucernese dell’Associazione degli inquiliniCollegamento esterno, Cyrill Studer Korevaar.

Resta il fatto più di 600 persone, che abitavano i 335 alloggi situati a Lucerna ora offerti online, hanno apparentemente dovuto lasciare le loro case quando i proprietari hanno deciso di farle fruttare di più: un monolocale da 1200 franchi al mese ne rende almeno 5000, se affittato a rotazione.

Su un grafico, la differenza di resa (in affitti) di appartamenti a Lucerna tra inquilini fissi e affitto a rotazione
RSI-SWI

L’associazione, per contrastare l’allontanamento dei lucernesi dal centro, ha presentato un’iniziativa per contenere l’espansione di Airbnb. Se ne saprà di più a fine agosto, ma per i rappresentanti degli inquilini non sarà facile spuntarla.

“Noi paghiamo le tasse e dei salari a chi ci aiuta, non disturbiamo nessuno”, sottolinea il proprietario di appartamenti Patrik Berisha. “Anzi, offriamo delle soluzioni ai turisti”.

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In Città, almeno per ora, non esiste alcun tipo di misura per controllare l’espansione degli affitti temporanei e delle relative piattaforme.

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