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Profondo rosso per Swiss

check-in di un aeroporto vuoto
All'apice della crisi sono rimasti a terra fino al 95% degli aerei della flotta di Swiss. Keystone / Ennio Leanza

La compagnia aerea svizzera, nelle mani di Lufthansa, ha subito una perdita operativa di 266,4 milioni di franchi nel primo semestre 2020.

Seppur tutti i settori economici siano stati duramente colpiti dalle ripercussioni del coronavirus, quello dell’aeronautica è tra quelli che soffrono di più, come dimostrano le cifre pubblicate giovedìCollegamento esterno da Swiss e dalla sua casa madre, la tedesca Lufthansa.

La compagnia aerea elvetica ha registrato nei primi sei mesi dell’anno una perdita operativa di 266,4 milioni di franchi, dopo un utile di 245,3 milioni nello stesso periodo di un anno fa. Il fatturato è sceso del 55% a 1,17 miliardi. Con un numero di passeggeri in calo del 64%, a 3,2 milioni, non poteva essere altrimenti.

Aiuti statali

Per aiutare il settore del trasporto aereo, in maggio il Parlamento svizzero ha approvato un credito di quasi due miliardi di franchi.

Swiss e la compagnia charter Edelweiss possono contare su 1,275 miliardi di prestiti garantiti, mentre le aziende del settore attive presso gli aeroporti nazionali su 600 milioni.

La Lufthansa, dal canto suo, solo nel secondo trimestre ha subito una perdita operativa di 1,7 miliardi di euro, dopo i 2 miliardi registrati nel primo. È stato solo grazie ai buoni risultati della sua controllata Lufthansa Cargo che le cose non sono andate ancora peggio, ha annunciato giovedì il gruppo tedesco.

Nessun miglioramento a breve

La situazione per il settore non migliorerà molto presto. Mercoledì, il presidente della direzione di Swiss Thomas Klühr aveva avvertito che la società continuava a perdere denaro e che il ritorno a voli redditizi avrebbe richiesto tempo.

Attualmente le prenotazioni si attestano a circa il 20% di un anno normale. C’è la possibilità che la situazione migliori nell’estate del 2021, aveva detto Klühr. La ripresa dipenderà dallo sviluppo della pandemia in Europa e negli Stati Uniti.

Il servizio del TG:

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A terra fino al 95% degli aerei

Nel corso del lockdown di pochi mesi fa sono rimasti a terra fino al 95% degli aerei della flotta di Swiss. Attualmente il vettore perde meno di un milione di franchi al giorno, mentre all’apice della crisi l’amministratore delegato aveva parlato di 3 milioni andati in fumo quotidianamente. In aprile il numero di passeggeri è crollato del 99,2%, ricorda oggi la compagnia aerea.

L’occupazione media dei posti a sedere si è attestata al 71,2% nel primo semestre, in calo di 10,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Aumento della domanda in estate

In giugno, le operazioni di volo minime si sono attestate al 15-20% della capacità originariamente prevista. Entro l’autunno, circa l’85% di tutte le destinazioni servite prima della crisi legata al Covid-19 saranno nuovamente raggiungibili ma con circa un terzo della capacità. Da luglio sono poi tornati in servizio quasi due terzi dei 91 velivoli di Swiss, ricorda oggi la compagnia aerea elvetica.

Nel periodo estivo, nonostante l’incertezza legata al coronavirus, Swiss ha rilevato una forte domanda, in particolare in Europa, con un tasso di occupazione dei posti a sedere che equivale a circa a quella dell’anno scorso, seppure con una capacità nettamente inferiore.

A sostenere la domanda sono in particolare le destinazioni turistiche e le visite a parenti e amici all’estero, mentre per i viaggi d’affari la situazione resta molto complicata, così come il traffico intercontinentale.

tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 6.8.2020)

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