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Anarchia tra storia e arte: un'esposizione organizzata tra Mendrisio e Lecco che racconta il capitolo ticinese dall’arrivo di Bakunin a Locarno alla fine del primo utopico periodo del Monte Verità

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 maggio 2015 - 11:27
tvsvizzera.it

Allesteire una mostra in cui il documento o il libro venisse accompagnato dall'opera d'arte e viceversa. E questo parlando del movimento anarchico e più in generale offrendo una panoramica su arte e storia a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Quella di Mendrisio e Lecco sono in definitiva due mostre radicate nella storia, nel capitolo ticinese dell'anarchia, racchiusa temporalmente tra l'arrivo di Bakunin a Locarno (1869) e la fine del primo utopico periodo del Monte Verità (1920 circa).

Le due esposizioni sono state organizzate nell'ambito del progetto Anarchia Crocevia Ticino, legato all'iniziativa «Viavai. Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia» promossa dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.

La mostra al Museo d'arte di Mendrisio

Il percorso espositivo nella sede di MendrisioLink esterno, prendendo avvio dal fitto intreccio di fatti e personaggi che diede vita nel Ticino di fine Ottocento e inizio Novecento a un importante capitolo della storia dell'anarchismo, si articola in ben tredici sezioni: i simboli dell'anarchia, la Comune parigina, città e campagna, lavoro e miseria, la figura emblematica del vagabondo, sciopero rivolta e repressione, la lotta contro i poteri, satira e denuncia, l'utopia di una nuova società, giusta e armoniosa.

La mostra a Palazzo delle paure di Lecco

Il percorso espositivo nella sede di LeccoLink esterno, curato da Simone Soldini e Chiara Gatti, con la collaborazione dello studioso e collezionista francese Michel Dixmier e il direttore di Palazzo delle Paure Barbara Cattaneo, approfondisce il tema dell'illustrazione satirica legate alle maggiori riviste anarchiche europee, a cavallo fra Otto e Novecento.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, in tutta Europa si conobbe infatti una grandiosa fioritura di giornali e riviste, mezzi di diffusione per eccellenza delle idee anarchiche. Il disegno di denuncia e l'illustrazione satirica furono una formidabile arma di lotta nelle mani di grandi artisti come Daumier, Manet, Vallotton, Luce, Signac, Steinlen, Kupka, Jossot, Galantara, Masereel, Schrimpf, Scalarini, Grosz e persino Man Ray, che pubblicarono i loro disegni su testate divenute leggendarie: Les Temps Nouveaux, l'Assiette au beurre, Le Père Peinard, La Feuille, L'Asino, Il Pasquino, Mother Earth, Aktion, Simplicissimus.

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