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Aborto, popolazione favorevole in Svizzera dove i numeri restano bassi

Una gestante in una struttura sanitaria.
Reazioni anche in Svizzera alla sentenza USA. © Keystone / Christian Beutler

La controversa sentenza della Corte Suprema statunitense, che ha ribaltato la sua precedente decisione di mezzo secolo fa (1973 per l'esattezza) con cui veniva garantita una tutela costituzionale all'aborto, sta facendo discutere in Svizzera dove però non si delineano particolari cambiamenti al regime attuale.

Anche perché, secondo quanto ha osservato al Tg l’accademica Andrea Büchler (Università di Zurigo), il consenso della popolazione in favore della depenalizzazione dell’aborto è ampio, come attesta l’esito delle votazioni federali che si sono succedute su questo tema. L’interruzione di gravidanza entro le 12 settimane dal concepimento, senza particolari motivazioni da parte della paziente, è un diritto riconosciuto da vent’anni a livello federale.

I cantoni andavano in ordine sparso

In precedenza questa pratica non era di fatto consentita in tutti i cantoni, e questo favoriva il fenomeno del turismo ginecologico all’interno del paese o, per chi non se lo poteva permettere, il ricorso a interventi clandestini, con tutti i rischi per la salute che ne derivavano.

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Il Codice penale del 1942 infatti consentiva l’interruzione della gravidanza, o meglio ne dichiarava la non punibilità, solo in presenza “di un pericolo che non può essere altrimenti evitato o che minaccia la vita della madre o mette a repentaglio la sua salute in modo grave e permanente”. Nei Cantoni più liberali, in particolare nelle aree urbane della Svizzera occidentale e settentrionale, l’eccezione venne ben presto estesa ai casi di disagio psicologico e sociale della gestante.

Alla fine degli anni ’60 alcuni studi davano conto di 21’800 aborti legali e 50’000 clandestini all’anno. Una prima iniziativa per uniformare la disciplina naufragò negli anni ’70 ma venne rilanciata con successo vent’anni dopo.

L’iniziativa popolare per la depenalizzazione dell’aborto nei primi tre mesi (detta “soluzione dei termini”), che ha preso le mosse da una proposta del 1993 della parlamentare socialista Barbara Häring, è stata accettata nel 2002 dal 72% dei votanti mentre quella degli antiabortisti è stata respinta da una maggioranza ancora più ampia (82%). L’ulteriore iniziativa che chiedeva di far gravare le spese sanitarie alle donne che lo richiedevano – e non alle assicurazioni private – ottenne nel 2014 analogo risultato alle urne (69,8% di no).

In Svizzera uno dei tassi più bassi d’Europa

Attualmente sono pendenti altre due iniziative lanciate da esponenti dell’Unione democratica di centro (destra) per rendere più restrittive le norme vigenti. Ma le esperienze passate non sembrano attribuire grandi chance di successo a queste proposte.

Il rischio paventato dagli oppositori di un aumento delle interruzioni di gravidanza in seguito alla liberalizzazione di questa pratica è stato smentito dai numeri. Gli interventi sono progressivamente diminuiti stabilizzandosi attorno alla cifra di 10’000 all’anno, una delle più basse a livello europeo.

Più precisamente, nel 2020 il tasso di aborti in Svizzera era del 6,8 per milleCollegamento esterno tra le donne dai 15 ai 44 anni, ossia una media di oltre 11’000 l’anno (11’143 nell’anno in rassegna). Una percentuale relativamente bassa rispetto ad altri paesi, come la Gran Bretagna (17,5 per mille), la Francia (15 nel 2009) e gli Stati Uniti (16 nel 2008). Una manciata di altri paesi, tra cui l’Italia (8,2 nel 2009), l’Olanda, la Germania e il Belgio, hanno tassi più vicini a quello elvetico. Su scala mondiale, la media annuale è di 28 aborti ogni mille donne in età fertile.

I tre quarti degli aborti avvengono nelle prime otto settimane di gravidanza. Dopo il primo trimestre (dodici settimane), gli aborti sono consentiti unicamente per ragioni di salute, quando vi è il rischio di un grave danno fisico o psichico per la madre. Il parere di un secondo medico non è necessario. Soltanto il 5 per cento degli aborti viene eseguito dopo le 12 settimane di gestazione.

Il 4 per cento degli aborti in Svizzera riguarda cittadine residenti fuori dai confini nazionali. Due terzi circa degli aborti viene praticato per via farmacologica, un terzo con metodo chirurgico.

La Svizzera ha un tasso particolarmente basso di gravidanze e aborti in età adolescenziale. Per le ragazze sotto i 16 anni non è obbligatorio il consenso dei genitori in caso di aborto, ma devono chiedere una consulenza presso un centro di pianificazione famigliare.


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