I sindacati svizzeri chiedono un salario minimo di 5'000 franchi mensili per chi ha concluso l’apprendistato. L’Unione svizzera degli imprenditori, però, non ci sta.
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tvsvizzera.it/mrj
Nel pieno delle trattative salariali, i sindacati svizzeri sono tornati alla carica, chiedendo martedì la piena compensazione del rincaro e aumenti di stipendi, in modo da evitare una recessione e una riduzione del potere d’acquisto della popolazione elvetica. Tra le rivendicazioni c’è quella di garantire, a chi ha concluso l’apprendistato, un salario minimo di 5’000 franchi. Una richiesta inaccettabile per l’Unione svizzera degli imprenditori: “Siamo molto critici nei confronti dei salari minimi. Proprio in questo momento, con una grande mancanza di manodopera e di specialisti, sarà il mercato a regolare il tutto e a garantire salari più alti”, ha dichiarato Simon Wey, capoeconomista dell’Unione svizzera degli imprenditori. Secondo lui, oltre alla carenza di personale specializzato, a influenzare in maniera positiva le retribuzioni saranno anche le scelte dei giovani: “In Svizzera i giovani – scegliendo un apprendistato o l’altro – sanno ciò che li aspetta. Sia dal punto di vista salariale, sia da quello della formazione continua. Si chiama libertà di scelta professionale”.
Non è d’accordo la presidente del sindacato UNIA Vania Alleva, però: “Se vogliamo che la gente si qualifichi e rimanga nei rami professionali in cui ha fatto una formazione, sono necessari un’evoluzione e un aumento dei salari”.
Posizioni diametralmente opposte che dimostrano ancora una volta quanto siano aperte e combattute le trattative salariali in un contesto come quello attuale in cui non mancano le sfide sia per il portafoglio dei lavoratori che per quello delle aziende.
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