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“Progressi nell’accordo quadro o niente equivalenza finanziaria”

Come preannunciato, la Commissione europea limiterà a un anno il riconoscimento nell’UE dell’equivalenza delle regole borsistiche elvetiche. Il governo svizzero prende atto e chiede di non politicizzare la questione.

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La borsa svizzera potrà continuare ad avere accesso ai mercati finanziari europei e a acquistare e vendere azioni europee, ma solo per un anno.

La Commissione europea ha infatti accordato alla Svizzera l’equivalenza borsistica – indispensabile appunto per operare sul mercato UE – sino alla fine del 2018. Per altri Stati terzi, come Hong Kong o gli Stati Uniti, l’equivalenza è stata invece approvata senza restrizioni temporali.

Bruxelles ha motivato la sua decisione con il fatto che non sono stati compiuti “progressi sostanziali nell’accordo quadro istituzionale”, ha dichiarato mercoledì il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

L’accordo istituzionale è una priorità dell’Unione. Esso obbligherebbe in particolare la Confederazione a riprendere automaticamente la legislazione europea che concerne gli accordi bilaterali attuali e futuri tra i due paesi. In cambio la Svizzera continuerà ad accedere al mercato interno europeo.

In Svizzera vi sono però numerose resistenze contro questo accordo quadro. Diversi partiti politici, Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) in testa, temono un indebolimento della sovranità nazionale e in particolare dei diritti popolari. Un’iniziativa popolare denominata “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”, promossa dall’UDC, si prefigge di iscrivere nella Costituzione la prevalenza del diritto svizzero su quello internazionale. Inevitabile quindi che in caso di accettazione da parte dei votanti, questa iniziativa entrerebbe in rotta di collisione con un’eventuale accordo quadro con l’UE.

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Reagendo all’annuncio di Bruxelles, il governo svizzero ha indicato di prendere atto della decisione e che valuterà interventi con misure adeguate.

Il portavoce del governo André Simonazzi ha inoltre invitato a “non politicizzare una questione prima di tutto tecnica”.

Martedì, in visita a Parigi, il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis non aveva escluso che Berna possa tornare sulla sua promessa di concedere un altro miliardo al fondo di coesione europeo.

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