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Covid e CO2, “due curve da appiattire”

Scalinata di un vecchio edificio con giovani che reggono ognuno una lettera di uno slogan; in prim piano, mestolo e padella
L'Allarme climatico è risuonato soprattutto dai balconi, grazie a padelle, casseruole e altri strumenti. I pochi dimostranti scesi in piazza hanno rispettato le distanze. Keystone / Jean-christophe Bott

Attività in rete e azioni simboliche in diverse città svizzere si sono svolte venerdì in occasione dello 'Sciopero per il futuro', il grande incontro primaverile dei difensori del clima, i cui raduni veri e propri sono stati annullati a causa del coronavirus. Il motto della giornata nazionale era "Contro il virus, per il pianeta: appiattire la(e) curva(e)".
 

Sostenuto non solo dal movimento svizzero Sciopero per il clima, ma anche da sindacati, partiti politici, collettivi e associazioni, nelle intenzioni dei promotori la giornata doveva essere la giornata simbolo della convergenza tra le lotte sociali e climatiche.

Mantenuta la data del 15 maggio, è stato però allestito un programma alternativo per poter rispettare il divieto di raduni di oltre cinque persone e il distanziamento sociale, introdotti per contenere la pandemia.

Casseruole e campane

L’appuntamento principale era il cosiddetto Allarme climatico: alle 11.59, la popolazione era invitata a “usare pentole e padelle o altri strumenti, alzare il volume della musica o cantare e gridare slogan, stare in piedi sul balcone o aprire le finestre per fare rumore”.

In diversi cantoni, prima di mezzogiorno, anche le campane hanno suonato da cinque a dodici minuti per sottolineare l’urgenza di un cambiamento.

Due giovani donne appendono un manifesto con scritto Flatten the curves a una recinzione.
L’obiettivo è appiattire le (due) curve. Keystone / Georgios Kefalas

Nella Svizzera centrale, centinaia di paia di scarpe sono state posate davanti a luoghi simbolici. A Basilea, l’Alleanza per il clima aveva invitato a fabbricare e appendere cartelli a sostegno della protezione del clima; disegni e slogan hanno cominciato ad apparire all’alba.

A Berna, alcune persone hanno manifestato simbolicamente davanti alla Zytglogge rispettando le distanze minime. A Losanna, una trentina di attivisti si sono riuniti in due luoghi della città.

Alcune persone si sono fatte fotografare davanti ai loghi delle aziende accusate di aver partecipato alla distruzione del clima. Altre azioni sono state documentate online.
 

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La giornata è stata accompagnata da trasmissioni radiofoniche su Internet, con la cronaca delle varie azioni ma soprattutto con discussioni e dibattiti su temi come la sovranità alimentare, i rifugiati climatici, l’educazione climatica, il post-crisi Covid, le condizioni di lavoro e l’impatto delle tecnologie digitali.

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Questo mentre i sindacati chiedevano che “la lotta contro i cambiamenti climatici sia condotta investendo nella creazione di posti di lavoro e nel miglioramento dei servizi pubblici”. 

La pandemia ha reso le persone a medio-basso reddito ancora più vulnerabili, osserva la confederazione Travail.Suisse, e per convincere le famiglie a sostenere la transizione ecologica, nonostante le conseguenze economiche e sociali della crisi, non vi è che la giustizia sociale.
 

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