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Assistenza ai migranti, condannati i “sette di Briançons”

Il tribunale correzionale di Gap (dipartimento delle Alte Alpi, in Francia) ha condannato sette persone accusate di aver aiutato dei migranti a entrare in Francia in primavera. Tra di loro anche due giovani svizzeri e un'italiana.

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A due degli imputati, cittadini francesi già condannati in passato, è stata inflitta una pena di un anno di prigione, di cui 4 mesi da scontare.

Gli altri cinque, due francesi, un’italiana e due svizzeri (uno dei quali con la doppia nazionalità belga) sono stati invece condannati a 6 mesi di carcere con la condizionale. Hanno ora 10 giorni per presentare un eventuale ricorso in appello.

I reati contestati agli imputati risalgono allo scorso 22 aprile, quando i sette avevano partecipato a una “marcia della solidarietà” partita dall’Italia in direzione di Briançons, in Francia. Tra di loro si trovavano una ventina di migranti.  

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Migranti nella neve cartello di pericolo frane semisepolto.

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Francia, il “processo alla solidarietà” accende il dibattito

Questo contenuto è stato pubblicato al Era stata definita “una marcia della solidarietà”. Un corteo composto da un centinaio di persone. Militanti anti-fascisti, No-Tav, sostenitori del gruppo “Briser les frontières” e una trentina di migranti. Lo scorso 22 aprile partono dall’Italia alla volta di Briançon, in Francia. C’è qualche tensione alla frontiera ma il gruppo raggiunge la cittadina dopo aver attraversato il passo del…

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Dopo alcune tensioni con la polizia alla frontiera, il gruppo raggiunge la cittadina dove alcuni dei manifestanti vengono arrestati per agevolazione all’entrata di irregolari in territorio francese, con l’aggravate di aver agito in banda organizzata.

“Delitto di solidarietà” sotto esame

Il processo iniziale, previsto in maggio, era stato posticipato in attesa che il Consiglio costituzionale francese prendesse una decisione su quello definito dai suoi detrattori il “delitto di solidarietà”, ovvero l’aiuto all’entrata o al soggiorno di irregolari e le pene ad esso legate.

In luglio il Consiglio ha ritenuto che in nome del principio di fraternità, pilastro della Costituzione francese, un aiuto disinteressato al soggiorno irregolare non deve essere perseguito. L’aiuto all’entrata, invece, sì.

Durante l’udienza, gli imputati hanno contestato di aver volontariamente assistito i migranti, ma il tribunale ha deciso di allinearsi alle requisizioni del procuratore condannandoli per aiuto all’entrata di irregolari e per aver forzato un posto di polizia. L’aggravante dell’azione in banda organizzata non è stata considerata.  

Condanna a Herrou annullata

Il dibattito sul “delitto di solidarietà” era nato a causa di un altro caso, quello del militante della Valle Roia Cédric Herrou, diventato una figura simbolo dell’aiuto ai migranti.  

Mercoledì la corte di Cassazione francese ha sancito l’annullamento della sua condanna in appello.

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