La televisione svizzera per l’Italia

Un documentario rilancia la guerra dei vaccini

Vi è un legame tra il vaccino contro morbillo, rosolia e orecchioni e l'insorgenza dell' autismo: la teoria sostenuta da un documentario proiettato in due sale del cantone Zurigo – completamente smentita dagli studi scientifici – ha riacceso il dibattito sui vaccini. C’è chi chiede che certe vaccinazioni siano obbligatorie.

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È ora di finirla con questa teoria “irresponsabile” che non ha assolutamente nessun fondamento scientifico. Interpellato dalla stampa, il neuropatologo di Zurigo Adriano Aguzzi non ha usato mezzi termini per smontare il documentario intitolato Vaxxed e proiettato per una settimana in due sale zurighesi.

Il film aveva già creato polemica qualche mese fa in Italia e la sua proiezione era stata bloccata. L’Ufficio della sanità pubblica (UFSP) svizzero ha preferito dal canto suo non intervenire, non essendo un’autorità preposta alla censura e puntando sull’informazioneCollegamento esterno più che sui divieti.

“Non è che ripetendola costantemente, una menzogna diventa verità”, ha sottolineato il portavoce dell’UFSP Daniel Dauwalder, intervistato dalla NZZ am SonntagCollegamento esterno.

Anche in Svizzera vi è però chi –Adriano Aguzzi è uno di loro – chiede l’introduzione dell’obbligo di vaccinazione contro il morbillo. L’Italia ha compiuto questo passo alcune settimane fa. Nella Confederazione la copertura è tutt’altro che soddisfacente. Raggiunge infatti solo l’87%, sotto al tasso del 95% fissato quale obiettivo dall’Organizzazione mondiale della sanità.

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L’obbligo di vaccinazione è però lungi dal convincere tutti. L’UFSP si dice ad esempio contrario. Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera, il dottor Wingeier, pediatra presso la clinica antroposofica di Arlesheim, ritiene da parte sua che sia necessario discutere e lasciare decidere i genitori.

“In caso di rinuncia – afferma – i genitori devono essere in grado di affrontare la malattia, conoscerla, saper proteggere il proprio ambiente da contagi. Inoltre se alla pubertà un ragazzo non vaccinato non ha contratto la malattia, consiglio vivamente il vaccino, perché le complicazioni, come l’encefalite, possono essere gravi, da adulti.”

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