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Prima udienza per il crollo del ponte Morandi

Avranno 60 giorni di tempo i tre periti della giudice per le indagini preliminari di Genova Angela Nutini per le operazioni di sopralluogo, repertazione e catalogazione dei resti dei monconi del ponte Morandi a Genova, il viadotto autostradale di Genova crollato lo scorso 14 agosto causando la morte di 43 persone.

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Lo ha deciso la stessa Nutini al termine dell’udienza dell’incidente probatorio nell’ambito delle indagini sul crollo del ponte.

I tre periti nominati lo scorso 13 settembre dalla giudice sono Giampaolo Rosati dell’Università di Milano, Massimo Losa dell’ateneo di Pisa e Bernhard Elsener del Politecnico federale di Zurigo. Tutti e tre sono esperti di ingegneria delle costruzioni e della conservazione dei materiali.

Il primo sopralluogo dei periti, insieme ai consulenti dei 20 indagati e dei familiari delle vittime, è stato fissato per il due ottobre. Al termine dei 60 giorni, i tecnici discuteranno le conclusioni della perizia in una apposita udienza fissata al 17 e al 18 dicembre. Salvo sorprese non sarà possibile pensare alla demolizione prima di dicembre.

Pesanti accuse ad Autostrade per l’Italia

Pesanti accuse ad Autostrade per l’Italia da parte della Commissione ispettiva del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano per il crollo del ponte Morandi.

Autostrade per l’Italia “pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto e in particolare delle parti orizzontali ” che mostravano “deficit strutturali non ha ritenuto di provvedere come avrebbe dovuto al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza”, si legge nella relazione della Commissione ispettiva presieduta dall’ingegner Alfredo Principio Mortellaro, che era stata nominata dal ministro Danilo Toninelli subito dopo il crollo.

Autostrade per l’Italia risponde

La relazione della Commissione ispettiva del Mit contiene “mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare”, risponde Autostrade per l’Italia in una nota. “La relazione stessa non tiene in alcun conto gli elementi di chiarimento forniti dai tecnici della Concessionaria nel corso delle Audizioni rese su richiesta della Commissione”, sottolinea Aspi.

Inoltre, prosegue la società, i tecnici della società non hanno avuto finora la possibilità di accedere ai luoghi sottoposti a sequestro da parte della Procura di Genova e quindi di svolgere le analisi e le indagini necessarie per ipotizzare dinamiche e cause del crollo, che peraltro non vengono chiarite neanche dalla Commissione (i cui membri hanno avuto, invece, libero accesso ai luoghi).

“In questo contesto – afferma Aspi – le responsabilità ipotizzate dalla Commissione a carico di Autostrade per l’Italia non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre pienamente rispettoso della legge e totalmente trasparente nei confronti del Concedente”.

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